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Lo Studio Gammieri firma il restauro dell’edificio storico, simbolo dimenticato della città.

TERMOLI – Dopo oltre quarant’anni di silenzio, Palazzo Crema riaprirà le sue porte e la sua storia. L’annuncio arriva dallo Studio Tecnico di Architettura e Ingegneria GAMMIERI che sta curando il progetto di restauro dell’edificio, da sempre sotto gli occhi dei termolesi, ma rimasto per decenni in attesa di rinascita.

«C’è un Palazzo che tutti abbiamo guardato mille volte, chiedendoci quando sarebbe tornato a vivere. Quel giorno è arrivato. Palazzo Crema riapre la sua storia: non come un luogo qualsiasi, ma come simbolo che torna a parlare alla città», dichiarano i progettisti.

L’intervento, con Autorizzazione Paesaggistica n. 90 del 30 settembre 2024, è stato pensato per restituire all’edificio la sua immagine autentica, migliorandone al tempo stesso la sicurezza sismica e l’efficienza energetica, senza snaturarne l’identità.

«Nessun colpo di spugna e nessun eccesso: ricomponiamo l’immagine autentica dell’edificio, lo rendiamo sismicamente più sicuro ed energeticamente più efficiente, senza tradirne lo spirito», spiegano dallo studio.

La destinazione d’uso rimane quella storica: residenziale per il corpo principale e produttiva per il volume più basso affacciato sul mare, dove un tempo si trovavano un laboratorio per la lavorazione della calce e una falegnameria, ben noti ai cittadini più anziani.

«La destinazione d’uso resta quella di sempre – residenziale per il corpo principale, produttiva per il volume più basso e meno pregiato sul fronte mare, dove storicamente erano presenti un laboratorio di lavorazione della calce e una falegnameria che i termolesi più longevi ricorderanno».

Il progetto è stato sviluppato in stretta sinergia con la Soprintendenza, rispettando i materiali e le cromie originali. Le scelte architettoniche privilegiano toni sabbia e beige, in armonia con il centro storico, e infissi in legno chiaro, per preservare l’identità visiva dell’edificio.

«Abbiamo ascoltato le sue pietre, ricomposto la memoria delle sue fasi di cantiere, dei prospetti e degli elementi identitari, che ci hanno guidato nelle nostre scelte concertate con la Soprintendenza: colori sabbia/beige in armonia con il centro storico, infissi in legno dalle tonalità chiare.»

Non sono previste modifiche volumetriche: il restauro punta alla conservazione e valorizzazione, non alla trasformazione.

«Non cercate volumetrie nuove: non ce ne saranno. L’obiettivo è ridare dignità a un luogo amato, oggi provato dal tempo (e dai piccioni), e riqualificare un’area centrale che merita di tornare spazio di incontro e bellezza.»

A corredo del progetto, lo studio ha allegato una selezione di foto con il render di progetto, che documentano il percorso di recupero e la visione futura dell’edificio.