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CAMPOBASSO _ Nella mattinata, personale della Squadra Mobile, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di un uomo di 74 anni accusato di aver compiuto atti sessuali con due bambine minori di anni 18. La prima di soli tre anni e la seconda di anni 9.

L’uomo è anche accusato anche di aver posto in essere per anni maltrattamenti ai danni della moglie. Il G.I.P. del Tribunale dr.ssa Elena Quaranta ha accolto le richieste del Pubblico Ministero dr.ssa Rosanna Venditti e, attesa la gravità dei fatti e il concreto pericolo di reiterazione del reato, nonostante l’età avanzata dell’uomo ha disposto la custodia cautelare in carcere.

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10 Commenti

  1. delusione
    sono sconcertato dei commenti che precedono. Come fanno a sapere la verità dei fatti erano forse presenti? O basta un’accusa a qualcuno, perchè questo sia ipso-facto colpevole? Mi meraviglia di tal mastrogino che in altre occasioni ha mostrato più intelligenza.

  2. E’ proprio questa ostentazione nel difendere l’indifendibile, nel considerare sempre tutti innocenti, che in Italia non siamo capaci a condannare nessuno. Ok mi sta bene che mancando la flagranza di reato e’ tutto da dimostare, ma se bisogna perdere tempo e soldi in processi lunghissimi almeno vorrei che in caso di condanna ci siano pene pesantissime (anche quella di morte per casi piu’ efferati).

  3. invece alla fine le condanne vengono scontate neanche per la meta’, poi ci si mettono in mezzo talvolta amnistia e indulto, e alla fine dei conti povero solo chi subisce violenze torture ed omicidi…il resto sono chiacchiere!

  4. x Martino Leone
    Non ho mai sostenuto che bisogna condannare senza la certezza del reato ma condannare SI dopo aver accertato l’esistenza del reato assicurando, in casi come questi, la certezza della pena (processi rapidi ed in tempi strettissimi, NIENTE patteggiamenti, sconti, indulto, amnistie….)
    Mi auguro che simili esperienze ( da vittima) non debbano essere vissute nel tuo nucleo familiare.

  5. forse non sono stato chiaro
    A costo di ripetermi torno sull’argomento. Un conto sono le reazioni emotive altro è la razionalità giuridica.
    Qui si dà per scontato che l’acusato è colpevole, che l’accusatore è integerrimo, che la vittima sia una vera vittima, che i fatti siano realmente accaduti ed accertati, che, che, che, che…
    Ma tutto questo si ha solo dopo un processo, prima sono solo elucubrazioni, parole, ipotesi, immaginazioni, fantasie.
    Ora posso capire una reazione sull’onda dell’indignazione ed emotività, è comprensibile. Mi ha stupito che
    anche a chi in genere si sforza di ragionare su queste pagine, prenda queste posizioni.
    Perchè noi tutti dobbiamo augurarci di non avere esperienze simili in famiglia, ma anche quella di non essere accusati ingiustamente di un simile reato. E’ solo una questione di civiltà.