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Il Commissariato ha già effettuato nelle foto nel reparto di Termoli dove era stato ricoverato Giuseppe Di Grande a seguito di un intervento al cuore. Oggi alle 13 la famiglia dello sfortunato è stata convocata in Procura a Larino. Nel pomeriggio l’autopsia. Anche la Procura di Campobasso ha avviato accertamenti

TERMOLI _ “Voglio sapere come è morto mio padre. E’ entrato in ospedale vivo, è uscito cadavere”. E’ l’urlo di dolore della figlia di Giuseppe Di Grande, 75 anni, di Mafalda per il cui decesso la Procura di Larino ha aperto indagini e convocato per oggi alle 13 i familiari con il perito di parte da loro scelto in vista dell’autopsia prevista per il primo pomeriggio nell’obitorio del San Timoteo di Termoli. Sul caso sono in corso serrati accertamenti da parte della Polizia di Stato della città adriatica dove è stata presentata la denuncia dei congiunti del settantacinquenne.
Secondo quanto fatto sapere dalla famiglia, anche la Procura della Repubblica di Campobasso, parallelamente a quella frentana, ha aperto un fascicolo in quanto uno dei due interventi a cui è stato sottoposto la scorsa settimana il pensionato è stato condotto al Cardarelli di Campobasso.

Dunque si allarga l’inchiesta sul giallo della morte di Giuseppe Di Grande, rivoltosi al San Timoteo per un problema di cuore e rimasto ricoverato alcuni giorni. “Mio padre è stato sottoposto ad angioplastica, un intervento di routine ma poi è accaduto qualcosa, non sappiamo ancora bene ed è stato trasferito in condizioni gravi a Campobasso al Cardarelli dove è stato operato una seconda volta ma a quel punto non c’è stato nulla da fare _ ha detto ancora la figlia _. Quando sono stata chiamata ed ho ricevuto la notizia della morte, ho chiesto immediatamente l’intervento della Polizia. Noi vogliamo sapere cosa sia accaduto perchè abbiamo bisogno di conoscere la verità e, se esistono, sapere se sussistono delle responsabilità”.

Chiara, dunque, la giovane, ancora scolvolta dal dolore per la morte del padre ma decisa ad andare fino in fondo senza remore o dubbi di sorta. Intanto gli agenti del Commissariato hanno già avviato i primi interrogatori. Si sono recati nella stanza ospedaliera del presidio termolese dove era stato ricoverato l’anziano effettuando una serie di foto e rilievi. Hanno anche sentito un altro paziente ricoverato vicino al settantacinquenne.

Gli interrogatori proseguiranno nei prossimi giorni. Non è escluso che sarà chiamato anche il personale in servizio tra medici ed infermieri al fine di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. Anche la Procura frentana che ha disposto gli accertamenti ha tutte le intenzioni di “vederci chiaro”. Secondo testimonianze raccolte potrebbero già esserci i primi indagati in questo caso. I familiari, assistiti da un avvocato abruzzese, Sacchetti, non lo escludono.