CAMPOBASSO _ Il Giudice del Lavoro di Campobasso ha accolto il ricorso presentato da una precaria del Compal (Consorzio molisano per le politiche attive del lavoro e dello sviluppo locale) trasformando il contratto di lavoro a termine in assunzione a tempo indeterminato sin dall’origine con l’immediata riammissione in servizio della lavoratrice alla quale e’ stato anche riconosciuto il diritto al pagamento di un indennizzo nella misura di 8 mensilita’ dell’ultima retribuzione.
La sentenza, secondo i legali di Campobasso Giuseppe Ruta e Giuliana Ruzzi che hanno curato l’azione legale, e’ destinata a fare breccia in innumerevoli analoghe situazioni di avventizi o precari.
Il ”verdetto”, inoltre, Spezza una lancia in favore di tutte quelle persone che si vedono esposte a reiterati rinnovi di contratti a tempo determinato, privi di giustificazione in quanto configurano rapporti sostanzialmente stabili. ”Si tratta di una sentenza esemplare – hanno dichiarato i legali Ruta e Ruzzi – destinata a costituire un precedente per tutti i precari direttamente o indirettamente coinvolti in rapporti di lavoro con strutture regionali o pararegionali”.
ma che razza di sentenza e’ questa!!!
Mi sembra un grave errore quello di trasformare a tempo indeterminato un contratto a termine: vi spiego il perche’. Il giudice del lavoro avrebbe dovuto mettere alle strette l’ente affinche’ procedesse ad una procedure concorsuale per l’assunzione del vincitore. In questo modo e con questa sentenza stiamo cambiando proprio la legge che prevede che l’accesso nella P.A. avvenga su base concorsuale. Con questo stratagemma ogni ente puo’ assumere chi vuole (evitando procedure pubbliche) e far entrare i soliti raccomandati, garantendo loro dopo un po’ di tempo pure il posto a tempo indeterminato. Che storture!!!
Giusta sentenza! Quando si verifica un abuso del ricorso ai contratti a termine da parte della PA, o anche da parte di un privato, per diversi ANNI, viene automatica la regolarizzazione del rapporto di lavoro.
Le norme per l’accesso alla PA, sono corrette, ma quando, ripeto, si verifica un abuso dei contratti a termine, la vicenda descrive il giusto epilogo.
Tra le altre cose, una sentenza della Corte europea, che l’Italia ha recepito, indica il termine di tre anni, anche non continuativo, dopo il quale l’ente, o l’azienda, è “invitata” a regolarizzare la posizione del lavoratore, poche storie..