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«Davvero ciò che impedisce alla città di migliorare é la mancanza di parcheggi e case? Non c’è stata capacità, né volontà, di sognare un luogo diverso; e come ci insegna il grande Danilo Dolci, “ognuno cresce solo se sognato”

Pozzo Dolce Termoli 2025
Pozzo Dolce – Termoli 2025

TERMOLI – «Era il 1995, cominciavo il mio percorso di attivista ambientale con il Coordinamento Ambiente e Salute e questo fu il titolo di uno dei nostri primi comunicati, affisso in forma di manifesto sui muri della città. Mettevamo in discussione la scelta fatta anni prima di puntare su un cosiddetto sviluppo basato su industrie pericolose e dannose, del tutto estranee al territorio, che avrebbe potuto mettere in pericolo altri settori più consoni alle potenzialità di Termoli, come l’agroalimentare di qualità e il turismo sostenibile.

Oggi, dopo quasi trent’anni, l’interrogativo resta lo stesso, in uno scenario reso molto più incerto dalla situazione di rischio smantellamento della Fiat (o come volete chiamarla).

Perché non ci si è curati di rispondere mai seriamente a questa domanda.
Certo, molto è cambiato nel volto di Termoli, e non certo in meglio.

Non c’è stata capacità, né volontà, di sognare un luogo diverso; e come ci insegna il grande Danilo Dolci, “ognuno cresce solo se sognato”. E’ mancata negli anni la lungimiranza (e il disinteresse) di immaginare la città non ad una distanza temporale di cinque anni, ma di generazioni; di volere per la propria città un cammino di cultura e bellezza che non fosse quello dell’edilizia selvaggia e degli ipermercati, di ideare un disegno dove prendessero forma e anima i quartieri periferici, spesso dormitori, un centro senza macchine, servizi di ogni tipo disseminati in modo da essere raggiungibili in 15 minuti a piedi.

E fiori, alberi, cura di strade e piazze, una biblioteca, un teatro pubblico, un luogo polivalente e gratuito aperto a qualunque cittadino volesse organizzare riunioni, fare musica, parlare di poesia. E un bilancio comunale dove i settori Ambiente, Cultura e Affari Sociali non fossero sempre le cenerentole che purtroppo sono, ma gli obiettivi irrinunciabili a cui puntare prima di altro.

Qual é l’aspettativa oggi? Appare da qualche mese sui media locali una pioggia di articoli sul radioso futuro di Termoli, per lo più identificandolo con pochi mantra validi per tutte le stagioni e tutte le amministrazioni, a quanto pare: parcheggi (ovviamente in centro, la negazione di ciò che si fa ormai in tutte le città lungimiranti), altri appartamenti, altro cemento (per lo più destinato ad affitti brevi, con tutte le conseguenze negative a livello sociale contro cui si stanno mobilitando le amministrazioni virtuose in Italia e in Europa).

Ma davvero Termoli deve essere solo questo? Davvero ciò che impedisce alla città di migliorare é la mancanza di parcheggi e case (?), al servizio di un turismo che si accontenta di spiagge affollate e prezzi insostenibili, di un’estate termolese che regge solo grazie al volontariato lodevole delle associazioni, perché non ci sono mai fondi per altro?

Pozzo Dolce Termoli 2025
Pozzo Dolce – Termoli 2025

Che crescita è quella che conta solo i numeri delle presenze, senza guardare l’incuria e la sporcizia che troppo spesso indignano i residenti? Non abbiamo altro futuro che la distruzione del costone di Pozzo Dolce e le colate di cemento a beneficio dei privati, chiamandole per giunta “rigenerazione urbana”?

Possibile che manchi ancora uno sguardo d’insieme capace di vedere lontano, di non limitarsi ad approvare uno alla volta tutti i progetti che vengono in mente a costruttori e speculatori, di chiedersi seriamente che città abiteranno le future generazioni? Ammesso che ce ne siano, vista la continua fuga dei nostri ragazzi da un luogo che il futuro, a loro, lo nega?

Possibile che non ci sia nessuno, tra chi amministra, che abbia letto e compreso la bellissima frase di Peppino Impastato scritta sulla panchina davanti alla scuola elementare di via Po?

Recita così’:Se si insegnasse la bellezza alla gente , la si fornirebbe di un’arma contro l’indifferenza, la paura, l’omertà”. E così continua, nella lucida riflessione di Peppino, ” È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore».

Termoli, la panchina in via Po dedicata a Peppino Impastato
Termoli, la panchina in via Po dedicata a Peppino Impastato

La bellezza intorno come arma per crescere: per diventare davvero cittadini.
Avremo il coraggio di esigerla, tutti insieme?
Il tempo rimasto è poco..

Marcella Stumpo
Termoli Bene Comune-Rete della Sinistra