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TERMOLI – Le non scelte, o peggio scelte sbagliate, fatte negli ultimi 15 anni, hanno prodotto nella nostra regione un servizio sanitario inefficiente ed inefficace, soprattutto nella sanità pubblica. In questo periodo la politica, con la sua classe dirigente, è stata attenta quasi esclusivamente alle richieste dei privati, tralasciando se non ignorando completamente le necessità del servizio pubblico. Si è visto il privato, sempre munito di salvagente, navigare “garantito da convenzioni” in acque tranquille: ha dimostrato efficienza, efficacia, e ha prodotto utili. Diversamente, le strutture pubbliche, “zavorrate” da: minori trasferimenti di fondi;  spesa sempre crescente negli anni per i servizi forniti dai privati; tagli dei posti letto; eliminazione di interi reparti; minor personale per il blocco del turn–over; ecc..; continuano a navigare in acque tempestose. Hanno prodotto disservizi: lunghe liste di attesa; insoddisfacenti prestazioni sanitarie, ospedaliere, specialistiche e ambulatoriali in tutto il territorio. Di questi disservizi, ne paga maggiormente il Basso Molise, soprattutto negli  ospedali, poiché presenta solo strutture pubbliche. I disagi e i disservizi, sono cresciuti dal 2007, con  la sottoscrizione del “Piano di rientro del deficit sanitario”, che ancora oggi ci vede commissariati e “sottocontrollo” da parte del famigerato tavolo tecnico interministeriale. Siamo soggetti al vincolo del blocco del turn-over, maggiorazioni delle accise, addizionali, ecc.., con inevitabile riflesso negativo sull’economia regionale.

In tutti questi anni le proposte di programmazione sanitaria,non hanno prodotto alcun beneficio: tutto è come prima! Si sono dimostrate solo azioni di distrazione di massa! Le varie organizzazioni della rete ospedaliera hanno provocato solo laceranti divisioni tra le varie aeree della regione, producendo ribellioni, ricorsi ecc.., credendo  di tutelare le strutture in esse allocate, mentre si si continuava ad assistere  alla continua riduzione dei posti letto e all’eliminazioni di interi reparti. Si è iniziato da subito con Larino, Termoli, per poi passere ad Agnone, Venafro, Isernia, ed  ora tocca a Campobasso con il Cardarelli. Si è perso solo tempo continuando a tirare a campare! Chi stava bene (il privato) viaggiava per il meglio, mentre il debilitato e sofferente (il pubblico) peggiorava. E’ giunto il momento di una vera programmazione sanitaria capace di garantire il diritto alla salute di tutti i molisani, ed il rientro dal deficit, ormai non più procrastinabile. Si dice “La sanità non è solo posti letto”, concordiamo però, visto i risultati negativi finora raggiunti, riteniamo si deve cambiare indirizzo.

Si torna a chiedere proposte; noi iniziamo ad avanzarne alcune.
• In primis, adoperarsi da subito, e con ogni forza, per ottenere la deroga al blocco del turn-over, diversamente si continuerà ad avere ulteriori disagi per il personale e l’ulteriore crescita dei disservizi ai cittadini. Occorre anche da subito, senza riserve, riorganizzare il personale attualmente in servizio.
• Riportare la sanità pubblica alla centralità, riconducendo quella privata alla  funzione di supporto ed integrazione, come previsto all’origine: centri di alta specializzazione, con una presenza simile a quella nazionale, intorno il 20%. Oggi il privato è presente e “garantito”  con il 32,8%. Nell’ultima proposta, in corso di validazione a Roma al tavolo tecnico, si prevede di conservare i 440 posti letto su un totale di 1.183: la presenza che cresce al 38,5%. Questo è inaccettabile, tenuto conto che già oggi ben oltre 200 dei posti letto, assegnati alle strutture private, sono stabilmente utilizzati da cittadini extraregionali, che generano sì mobilità attiva, ma sono tolti ai molisani che si ritrovano così ridotto il rapporto spettante e stabilito dal SSN in 3 p.l per acuzie e 0,7 p.l per post acuzie ogni 1000 abitanti. Nessuna garanzia hanno i molisani di poter beneficiare del ricovero nelle strutture private, spesso, per non dire sempre, occorre individuare la “giusta e solita” via del Signore, …. Riappropriamoci, a favore delle strutture pubbliche, di questi 200 posti letto riportando il privato intorno al 20% nazionale! Si otterrà anche una riduzione della spesa,  attualmente solo per i posti letto del 24%, seconda in Italia solo alla Regione Lazio.
• Proporre, come per le strutture pubbliche di Larino e Venafro,  anche ai  privati: Villa Maria e Villa Ester, la riconversione in altre attività. Tra l’altro, dette strutture da sempre sono concorrenti dell’ospedale pubblico Cardarelli . In tal modo, si recuperano i primi 94 posti letto che si possono assegnare alle strutture pubbliche. Alle strutture più grandi, Fondazione G.P.II° e Neuromed, si assegnino i posti letto in funzione del reale utilizzo per il ricovero  dei molisani, definibili dai dati dei flussi pregressi.
• Massima attenzione alla medicina territoriale e alla diagnostica, vero “affare economico” e fonte di grande spesa, tutto a favore del privato con rilevanti utili. Programmare, investire e realizzare con fonti e tempi certi nelle strutture pubbliche territoriali. Questa è un’altra strada maestra per ridurre la mobilità passiva che solo con l’Abruzzo è del 35% per i servizi ambulatoriali, e quindi il disavanzo.

Continueremo a seguire l’argomento con dedizione, a collaborare e confrontarci con tutti, nel rispetto dei ruoli, e a diffondere idee e iniziative.

ing. Nicola Felice
Presidente del Comitato San Timoteo