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CAMPOBASSO _ L’8 aprile si terrà con molta probabilità una manifestazione a Campobasso delle comunità dell’Altissimo Molise in difesa dell’Ospedale di AGNONE. Il Comitato Pro-Vietri di Larino nell’affollata assemblea tenuta venerdì scorso ha preannunciato la ripresa di iniziative determinate in difesa della sanità locale stante l’assenza di riscontri alle proprie istanze. Da Venafro giungono echi di protesta perché non convinti dell’ipotesi di chiudere il SS. Rosario per traslocare nell’ipotetica nuova struttura da costruire a metà strada da Isernia. Ma basta farsi un giro al Cardarelli di Campobasso, al S. Timoteo di Termoli o in una qualsiasi struttura privata accreditata per avvertire il malessere degli operatori, il disagio dei pazienti in cura e l’incertezza che impedisce ogni pianificazione oculata di medio-termine.

Per il 15 o al massimo il 30 aprile, il Commissario ad Acta, dovrà consegnare a Roma il previsionale per il 2010 comprensivo delle misure che coprono il debito pregresso pari a 67 milioni e riconducendo a pareggio per l’anno corrente le entrate e uscite, il che vuol dire che bisogna tagliare le spese di gestione per 81 milioni. Il problema è di difficile soluzione e non ci aiutano in queste percorso né l’assenza di una bozza di lavoro del Commissario e né la lotta dei poveri l’un contro l’altro armati. Occorrono nervi saldi, una visione generale del funzionamento del sistema sanitario che mette al centro il cittadino e i suoi bisogni, la capacità di saper costruire una proposta in positivo che si regga con i fondi effettivamente a disposizione senza ulteriori disavanzi annui di gestione.

Su questa falsariga, superata la tornata elettorale, il Commissario può rendere pubblica la proposta che intende portare al Governo confermando, se crede, le anticipazioni inerenti i tagli e gli accorpamenti di alcuni ospedali con l’avvio di un tavolo di confronto che agevoli i Sindaci, i Comitati e qualsiasi Amministratore a misurarsi su un testo scritto. Con un simile metodo si superano i localismi, la demagogia e la fumosità, perché ciascuno sarà costretto a calare le proprie istanze nel contesto generale di funzionamento della sanità regionale.

In caso contrario il Molise rischia il caos in una lotta di tutti contro tutti e i tagli obbligatori che dovranno essere fatti saranno decisi nelle segrete stanze romane senza alcuna trasparenza, calpestando la democrazia, umiliando le istituzioni locali e mettendoci tutti di fronte al fatto compiuto. A quel punto ogni protesta sarà vana e i lamenti che ne seguiranno saranno del tutto inutili.

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