VenittelliLauraRenziROMA – «La maggioranza di centrosinistra e il Governo Renzi vogliono approdare ai referendum di conferma delle riforme istituzionali col più ampio ventaglio di leggi approvate e il cammino riformista di questa legislatura non ha eguali nella storia repubblicana». 

L’onorevole del Pd Laura Venittelli si mostra entusiasta di quanto avvenuto oggi alla Camera, con l’approvazione del primo dei due passaggi previsti nell’aula di Montecitorio per la cessazione del cosiddetto bicameralismo perfetto, contrappeso che per troppi decenni ha frenato l’azione di ammodernamento del Paese ritardando l’entrata in vigore delle norme per l’effetto navetta tra Camera e Senato.

Come si evince dall’impianto legislativo, avremo una sola Camera, quella dei deputati, darà la fiducia al Governo e, salvo alcune materie, svolgerà la funzione legislativa esclusiva. Il Senato sarà più snello e avrà competenze solo su leggi costituzionali, leggi sugli Enti locali e trattati internazionali. L’iter di approvazione di una legge avrà tempi certi e ridotti. Meno decreti legge e priorità ai disegni di legge del Governo considerati essenziali per attuare il programma. Il nuovo Senato sarà composto da 100 senatori (contro i 315 attuali), di cui 95 eletti e 5 nominati dal Presidente della repubblica. Tra i 95 senatori eletti, 74 saranno votati da parte dei consiglieri regionali e provinciali tra i consiglieri stessi, mentre 21 saranno votati, sempre dai consiglieri regionali e provinciali, trai i sindaci. I 100 senatori non avranno indennità”.

La parlamentare dem eletta in Molise sottolinea il nuovo rapporto tra Stato e Regioni, soprattutto per quanto riguarda le rispettive competenze legislative. L’autonomia delle Regioni sarà legata alla correttezza dei bilanci: sarà maggiore per quelle con i conti a posto mentre in caso di accertato grave dissesto finanziario, Regioni ed enti locali potranno essere commissariati dallo Stato centrale. Inoltre, l’atteso capitolo sul ridimensionamento del peso dello Stato, con l’abolizione del Cnel e delle Province.

L’ultima annotazione importante, tra le voci di una riforma significativa che inciderà positivamente nel rapporto tra istituzioni e cittadini, contribuendo a ridare credibilità alla classe dirigente, riguarda i tagli ai costi della politicaconclude l’onorevole Venittelli saranno eliminati i rimborsi pubblici ai gruppi politici regionali e stabilito un tetto agli stipendi di Presidenti e consiglieri regionali, che dovranno essere pari o inferiori a quello dei sindaci dei Comuni capoluogo di Regione”.

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