ISERNIA _ “Senza dimenticare che il personale del Pronto Soccorso del Veneziale è in stato di agitazione dall’aprile 2009 proprio per accendere i riflettori su una situazione emergenziale ormai ingestibile, in questi ultimi mesi – com’è noto – nel presidio sanitario della Provincia di Isernia sono aumentati in maniera esponenziale gli utenti. Fatto più che prevedibile, a fronte della sostanziale chiusura dei nosocomi di Agnone e Venafro. Una situazione degenerata più volte e che ha portato i sanitari ad informare la Prefettura per questioni di ordine pubblico. Il governo regionale si è attivato, a parole però. In forza di un accordo, siglato ad inizio dell’aprile scorso – ricorda il segretario regionale del Pd, Danilo Leva – che è stato però palesemente inattuato, la situazione al Pronto Soccorso del Veneziale – sempre secondo i soliti proclami governativi – avrebbe dovuto tornare nella normalità in tempi brevi.
Nulla di quanto sottoscritto, ad oggi, è stato messo in pratica e il Pronto Soccorso del Veneziale è come una bomba ad orologeria. E’ stato lo stesso presidente Michele Iorio – continua Danilo Leva – in forza del suo doppio status ad indicare la strada da seguire concordando con il personale, attraverso la dirigenza dell’Asrem, una serie di interventi che avrebbero dovuto garantire le condizioni minime per operare in un contesto comunque emergenziale come quello della Sanità. Un accordo mai rispettato, in barba al personale sanitario e agli utenti, ai cittadini che hanno bisogno di quel presidio sul territorio nella pienezza delle sue funzioni. I molisani sono abituati ad ascoltare promesse. I professionisti della Sanità sono stanchi di subire gli effetti di politiche inadeguate lunghe un decennio. Gli utenti sono stufi di dover pagare – in ogni contesto – le scelte scellerate di chi ci governa.
In questo scenario si inserisce anche la nomina del tutor del commissario – continua il segretario regionale del Pd, Danilo Leva -: si tratta, in effetti, della certificazione della impossibilità di affidarsi ancora al presidente/commissario e alle sue scelte per uscire dal baratro nel quale ci ha spinto. Un’operazione quella decisa in queste ore e che vedrà in Molise l’ex commissario alla Sanità del Lazio, che avrà costi ancora maggiori. Altre risorse che avrebbero potuto essere impiegate diversamente – conclude Leva – e invece abbiamo tre commissari e non siamo riusciti a mettere in piedi uno straccio di progetto per risanare e riorganizzare il sistema Sanitario Regionale. Abbiamo tre commissari e liste d’attesa che sfiorano anche i 5 mesi per alcune patologie, diritti alla salute negati e professionalità sempre più mortificate”.