TORINO _ “Una cosa così straordinaria non capita tutti i giorni!”. Così il delegato della Regione Piemonte, Giampiero Leo, sottolineando l’impegno della Regione che ha ospitato il Seminario “Proposta di un Lessico d’Emigrazione, il Primo Dizionario dell’Emigrazione Italiana” svoltosi a Torino l’altro giorno, con il patrocinio, tra gli altri, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Ministero Affari Esteri, oltre a svariate Università, la Dante Alighieri, le Acli Internazionali, Regione Piemonte e Regione Molise, Casa Reale Savoia, Città di Torino.
Il mondo dell’emigrazione, dunque, protagonista assoluto nella cornice eccezionale delle Officine Grandi Riparazioni, nel cuore della città piemontese. A cura delle giornaliste e studiose Mina Cappussi e Tiziana Grassi Donat Cattin, edito da unmondoditaliani.com, sostenuto, tra gli altri, dall’Istituto Banco di Napoli Fondazione, al Primo Dizionario dell’ Emigrazione Italiana il giornalista Leonard Berberi, ha dedicato un ampio servizio su Il sole 24 ore, il più prestigioso quotidiano economico nazionale.
Condotto con brio e passione da Elena Lisa, giornalista del quotidiano nazionale La Stampa, il Seminario è stata accolto da un pubblico selezionato e partecipe, aperto proprio dal consigliere delegato dal Presidente della Regione Piemonte, il democristiano Giampiero Leo, che ha ricordato la diaspora dei piemontesi nel mondo e l’impegno della Regione per il Tibet. Un incontro che è stato amore a prima vista, e che si è chiuso con una promessa di collaborazione con la Regione Piemonte, molto interessata al Dizionario.
Di altissimo livello i relatori, da Maddalena Tirabassi, studiosa di fama e presidente di AltreItalie, consulente scientifico di Esperienza Italia Torino 150 che ha “raccontato” 150 anni di migrazioni, a Paola Corti, docente di Storia Contemporanea all’Università di Torino che ha posto l’accento sulla ordinarietà delle migrazioni in ogni epoca, a Flavia Cristaldi, docente di Geografia delle Migrazioni dell’Università La Sapienza di Roma che ha portato una riflessione su dimensioni e distanze simboliche, a Salvo Iavarone, Presidente dell’Associazione Asmef, che ha compiuto un lungo viaggio da Napoli per essere presente a Torino. Attesissimo, naturalmente, l’intervento delle autrici. Mentre Tiziana Grassi Donat-Cattin ha parlato della struttura dell’opera, la molisana Mina Cappussi ha illustrato le motivazioni che le hanno indotte a scrivere un “Dizionario” dell’Emigrazione, a “raccontare” le parole di chi è partito e di chi è tornato, di chi ha lasciato per sempre la propria terra e di chi continua oggi ad emigrare, anche senza la valigia di cartone. Ma la valigia, appunto, è un simbolo, e di significati simbolici è pieno il dizionario che, al rigore scientifico, unisce la passione per il mondo dell’emigrazione, e il cuore, ingrediente principale che ha sollecitato la creazione di questo nuovo strumento d’indagine che, riferimento per gli studi del settore, rende omaggio ai connazionali ovunque.
Il dibattito che è seguito ha fatto registrare l’intervento di un esule istriano, Luciano Valenta di Venaria Reale, rincuorato dal fatto che non è stata dimenticata, nel Dizionario, la triste vicenda dei profughi dalla Dalmazia, Istria e Trieste, e di Carlo Di Giambattista, presidente della Famiglia Abruzzese e Molisana in Piemonte e Valle d’Aosta, che ha invitato le autrici ad una presentazione nel capoluogo sabaudo, una presentazione speciale per gli emigrati delle due regioni. Al dibattito ha preso parte anche Arturo Ursula.
Moltissimi i telegrammi e gli attestati di stima, da quello del presidente del Senato, Schifani, del Presidente della Camera, Gianfranco Fini, del Ministro degli Affari Esteri, Frattini, Ministro della Gioventù, Meloni, dei sottosegretari agli Esteri Alfredo Mantica e Vincenzo Scotti, del sottosegretario all’Istruzione, Pino Pizza. “Lascio per ultimo il messaggio di Casa Savoia che ha patrocinato la presentazione – ha detto la giornalista Elena Lisa – perché l’emozione è forte nel leggere le parole di Sua Altezza Reale il Principe Amedeo di Aosta”. Complimenti sono andati al team organizzativo delle Officine Grandi Riparazioni, Maria Incisa e Daniela Cavalletto e al progetto grafico WiP di Eliana Cappussi.