CAMPOBASSO _ “Nonostante Iorio sia commissario di se stesso, il debito nella Sanità molisana ha raggiunto i 600milioni di euro, per un disavanzo annuo di circa 85 milioni”. Il segretario del Pd, Danilo Leva, torna sullo scottante tema che interessa il presente, ma soprattutto il futuro del Molise, evidenziando come nonostante la Regione abbia varato un piano di rientro dal deficit, in base al quale si è proceduto alla riorganizzazione della rete ospedaliera, il dimensionamento dei presidi sanitari non è servito a ridurre i costi. “A bocciare il Molise – afferma Leva – sono stati i tecnici ministeriali, a seguito della riunione tenutasi a Roma lo scorso luglio, onde verificare gli adempimenti regionali in materia e i livelli essenziali di assistenza. Dal verbale della seduta si evince che sono ben cinque i motivi rilevanti di contestazione. Il risultato di gestione a Consuntivo 2010 pone in risalto che, nonostante le coperture, esiste ancora un disavanzo di oltre 85 milioni di euro, al netto delle componenti di rischio sul personale e sugli erogatori privati accreditati. Cui aggiungere il disavanzo, non coperto, per l’anno 2011 stimato tra i 17 e i 54 milioni di euro. Al Tavolo tecnico e al Comitato permanente non è, inoltre, pervenuto il Programma operativo 2011-2012 e la Regione Molise ha adottato una serie di provvedimenti che risultano in contrasto con l’obiettivo del risanamento del Servizio sanitario regionale.
Nel verbale della riunione capitolina è sottolineato – continua il segretario del Pd – che persistono le criticità e le inadempienze in ordine alla riorganizzazione della rete ospedaliera. Problemi cui aggiungere il contenzioso con la Cattolica che ha citato la Regione e chiede il riconoscimento di oltre 60milioni di euro; la questione della convenzione tra la Regione e il Bambin Gesù di Roma, definita un’operazione affatto conveniente per le casse del Molise; il rapporto con la Fondazione Cattolica, in conseguenza del quale si configura un conflitto di interessi per la nomina di un rappresentante regionale in seno al consiglio di amministrazione; le Rsa sulle quali il comitato permanente ha espresso parere negativo”. In sostanza, i tecnici ministeriali hanno insistito per il commissariamento del commissario. “La sanità molisana, così come pensata da Iorio e infarcita di amici e parenti, non funziona – aggiunge l’esponente del Partito democratico – Il sistema va ripensato profondamente, per essere efficace nella cura e vicino ai cittadini. Bisogna investire nelle tecnologie e nei macchinari più avanzati. Serve subito creare un Osservatorio epidemiologico regionale che offra i dati necessari a definire le priorità sanitarie in base alle esigenze e criticità prevalenti.
I presidi ospedalieri di Agnone, Larino e Venafro non devono chiudere, ma ne va ridisegnato il ruolo, la funzione e la modalità di erogazione dei servizi, potenziando i reparti che già offrono servizi di qualità e fanno registrare una mobilità attiva, garantendo la lungodegenza (anche attraverso l’attivazione delle RSA), la riabilitazione, il week hospital, investendo con determinazione sul day hospital sia medico che chirurgico, sul day service per servizi diagnostici terapeutici a “pacchetto”, assicurando postazioni sanitarie di primo soccorso gestite anche dal personale del 118 con annesse unità mobili. È altresì necessario – aggiunge Leva – il rafforzamento del sistema territoriale, per offrire una valida alternativa alla lungo degenza. Ciò passa attraverso l’istituzione delle sedi UTAP(unità territoriali di assistenza primaria), quali centri erogatori delle cure primarie territoriali cui il cittadino si rivolge per i propri bisogni assistenziali, laddove non risultasse risolutivo l’intervento del medico di famiglia o in sua assenza. Si realizzerà così l’obiettivo della radicale de-ospedalizzazione delle cure mediche, il decongestionamento dei pronto soccorso, la drastica riduzione delle liste di attesa. Deve essere garantita l’integrazione tra sanità pubblica e sanità privata, attraverso regole certe ed uguali per tutti, relative all’accreditamento delle strutture ed agli indicatori di efficienza e qualità. Infine, è possibile creare nuovi posti di lavoro, sia attraverso il ripristino del turn-over che attraverso la deospedalizzazione. Per realizzare questo nuovo sistema – conclude Leva – deve essere mandato a casa questo governo regionale colpevole di aver investito più nella cura dei propri interessi che in quella dei cittadini”.