TERMOLI _ Lettera degli Amici di Grillo al Sindaco di Termoli per sollecitare bonifica sito inquinato dell’Ex Acciaieria Sfefana.
“Gentile Sindaco di Termoli, noi siamo i ragazzi del meetup H2O_14 Termoli “amici di Grillo”, Le scriviamo per avere notizie circa il sito inquinato dell’ex acciaieria Stefana. Le informazioni in nostro possesso sono che l’ex azienda sita nel Nucleo Industriale di Termoli è stata posta sotto sequestro preventivo già nel 2006, come da cartello posto all’esterno dei cancelli. A detta di molti, all’interno ci sarebbero sepolti metalli pesanti dovuti alle lavorazioni proprie dell’azienda e notevoli quantità di eternit (fibre di amianto) dispersi su tutta l’area. Tant’è che da uno studio effettuato dall’Istituto Superiore della Sanità per conto della Fondazione Milani e sostenuto da 8 comuni del Basso Molise (Termoli, Guglionesi, Campomarino, Petacciato, S. Giacomo degli Schiavoni, Ururi, Portocannone, S. Martino in Pensilis), l’area in questione viene menzionata tra i siti contaminati da amianto e metalli pesanti e che devono essere sottoposti a bonifica.
Il 29 gennaio 2010, il nucleo operativo ecologico (NOE) dei carabinieri di Campobasso, ha apposto sui cancelli dell’ex acciaieria un secondo cartello recante la scritta: “AREA SOTTOPOSTA A SEQUESTRO PREVENTIVO A DISPOSIZIONE DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI LARINO AI SENSI DELL’ART. 321 C.P.P.”. Questo ci fa pensare che con l’intervento del NOE si siano fatti dei campionamenti del materiale sopra citato e che quindi siano seguite delle analisi appropriate. Analisi, che se eseguite, possono dirci la gravità della situazione e l’eventuale tipo di bonifica da effettuare. Ma purtroppo ad oggi non se ne sa ancora nulla. Nel marzo 2011, i vigili del fuoco di Termoli, sono intervenuti all’interno dell’area in questione, per il verificarsi di un incendio ( di che natura?), il quale può solo aver aggravato la situazione, visto anche lo stato di degrado in cui si trova la struttura.
A questo punto, noi del meetup di Termoli, Le chiediamo, in qualità di primo cittadino e responsabile della sanità pubblica, di fare luce sulla vicenda, in maniera che si intervenga in tempi brevi per la bonifica del sito. Le ricordiamo inoltre, che si sta parlando di sostanze altamente inquinanti e che il fiume Biferno, principale corso d’acqua dolce della regione, dista qualche centinaio di metri dal sito e che nel 2003 l’intera area è stata oggetto di un’alluvione che sicuramente ha portato in superficie falde di acqua sotterranea che nel ritrarsi possono essere state contaminate. Noi le promettiamo fin da ora, che qualora l’intervento di bonifica venga effettuato, promuoveremo in rete un piano di riconversione dell’area (36 ha circa), dove chiunque, dall’ingegnere al semplice cittadino, può dare il suo apporto al progetto. In maniera tale che, forse per la prima volta in Italia, venga fatto un progetto di democrazia partecipata, che ci porrebbe all’avanguardia tra tutte le amministrazioni del paese.