TERMOLI _ Truffarono la regione Molise per oltre 500 mila euro denunciando danni “fantasma” derivanti dall’alluvione del gennaio 2003 alla propria azienda vitivinicola situata in Basso Molise. L’impresa, ubicata in un’area non interessata dai pesanti allagamenti, riuscì ad ottenere indennizzi per svariate centinaia di migliaia di euro utilizzati a fini personali dagli imprenditori non certo per riparare le strutture che dell’alluvione non videro nemmeno una goccia di acqua. Una truffa in piena regola quella messa in piedi dai proprietari dell’azienda produttrice di vino. Per i due titolari dell’impresa agricola ed un tecnico è iniziato ieri il processo in Tribunale a Larino. L’episodio vede coinvolti in pieno i titolari della struttura, situata nell’hinterland costiero, ed un complice che certificò attraverso documenti tali danneggiamenti che, nei fatti, non furono mai accaduti almeno non dovuti all’alluvione.
Nel palazzo di giustizia frentano si è aperto il procedimento giudiziario a loro carico che promette anche colpi di scena. Nel corso dell’udienza durata alcune ore, sono state discusse le questioni preliminari ed indicata lista dei testimoni. Secondo gli inquirenti gli imputati riuscirono a documentare in maniera precisa i danni subìti tanto da indurre la dirigenza regionale ad essere certa dell’accaduto ed a liquidare le grosse somme a loro carico per poter indennizzare gli imprenditori. In realtà l’impresa era completamente fuori dalla zona “calda” dell’alluvione. La “magagna” fu scoperta qualche tempo dopo e denunciata all’autorità giudiziaria che fece scattare subito gli accertamenti. La Procura di Larino aprì un fascicolo ed a conclusione delle indagini, molto dettagliate, fu chiesto ed ottenuto dal Giudice per le indagini preliminari della Procura frentana il rinvio a giudizio delle tre persone.
Sempre ieri è iniziato il processo a carico di 6 persone accusate anch’esse di truffa ai danni di enti pubblici. In questo caso si tratta di rimboschimento di zone comprese tra Casacalenda e centri adiacenti. Ad accorgersi del grosso ammanco di arbusti, gli amministratori comunali ed altre forze di polizia deputate al controllo del territorio. Gli alberi impiantati, infatti, risultavano essere la metà rispetto a quelli documentati. In alcuni casi anche di meno. Per tale motivo, la Procura di Larino, a conclusione di accurate indagini, ha chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio per 12 persone. Per sei di queste, però, il procedimento giudiziario è stato spostato a Bari mentre altre 6 sono imputate in Basso Molise. Il processo, a loro carico, è iniziato ieri l’altro. I loro difensori, tra cui il penalista Antonio De Michele, in questa fase processuale hanno preferito non commentare l’accaduto. Le tesi della difesa emergeranno nel corso del dibattimento hanno sottolineato i legali. Tra gli imputati non solo i lavoranti chiamati al rimboschimento ma anche tecnici ed altri professionisti.
mondo di ladri
che volete farci, il sistema funziona cosi, chi ci governa dovrebbe dare l’esempio, ma la cosa curiosa che l’esempio vienedato all’incontrario e quel vecchio detto che dice: chi va con lo zoppo impara a zoppicare ci calza appieno. Meditate gente meditate