Ma non è così: Frattura, che ne è perfettamente consapevole in qualità di presidente di Regione e Commissario della Sanità, spieghi alla sua maggioranza e al resto delle forze politiche qual è la sua posizione e cosa intende fare, senza abbandonarsi in dichiarazioni estemporanee per accontentare l’oste di turno in ogni cantina visitata. Possibile, ad oggi, non si conoscano le intenzioni e la proposta del presidente della Regione, mentre si immagina di chiudere gli ospedali, di cambiare il sistema dell’emergenza e di rivoluzionare il rapporto pubblico-privato senza avere il coraggio di assumersene pubblicamente la responsabilità? Innanzitutto, credo sia opportuno e fondamentale ricordare a questa classe dirigente che l’elaborazione del Piano Sanitario è disciplinata da una legge regionale che impone l’approvazione dello stesso da parte del Consiglio Regionale del Molise al quale – ex lege – è affidata la competenza di iniziativa legislativa. Tutto ciò non è avvenuto: le dichiarazioni strambe e assai simpatiche di autorevoli rappresentanti del centrosinistra a Palazzo Moffa ne sono la prova.
Così, mentre Frattura annuncia confronti con il territorio e con i sindacati, dimentica di farlo con il Consiglio regionale escludendolo – di fatto – da quel processo decisionale in materia di riorganizzazione sanitaria che la legge prevede e impone a tutela della collettività e dell’interesse pubblico, di tutti. E’ il momento, tra le tante priorità, che anche il centrodestra esprima una propria posizione condivisa – se possibile – con le altre opposizioni a Palazzo Moffa; è il momento che l centrodestra pretenda chiarezza, elabori – soprattutto – una propria proposta attingendo alle innumerevoli iniziative assunte negli anni di governo regionale; è il momento – ancora – che il centrodestra apra un confronto – dentro e fuori al Consiglio regionale – con il solo scopo di suscitare e animare quel dibattito serio – a dire il vero, fino a oggi molto spesso mancato – che possa portarci a una soluzione. Nell’interesse dei molisani.