In un quadro tanto drammatico sarebbe fondamentale giocare d’anticipo: utilizzare i pochi fondi che arrivano agli enti per fare prevenzione e, magari, studiare una campagna che punti sulla regolazione delle acque, sul monitoraggio costante del territorio e sul contrasto della cementificazione selvaggia. Ma in Molise tutto questo appare utopico. Qui, infatti, i soldi pubblici vengono utilizzati sempre per far fronte alle emergenze che sono agli antipodi della programmazione. Il MoVimento 5 Stelle ha portato in Consiglio regionale due interrogazioni per verificare come vengono gestiti i 27 milioni di euro stanziati con delibera Cipe 8/2012 per un totale di 87 interventi in tutto il Molise. La “curiosità” ci è venuta quando abbiamo acquisito i documenti per la prima interrogazione su specifici lavori alla Fondovalle Verrino.
Dalla risposta pervenuta a firma dell’ingegnere Michele Biello (link) e dell’Ing. Lino Mastronardi (link) abbiamo appreso per quei lavori erano stati affidati alla stessa ditta (Totaro Biase) tre interventi consecutivi sullo stesso versante tra il 2009 e il 2013 con fondi propri della Provincia. Interventi per 10.320 euro nel 2009, 33.180 euro nel 2010 e 47.940 euro nel 2013, affidati con procedura di somma urgenza, quindi senza gara. Un’apposita relazione geologica, poi, stabilì che per la definitiva risoluzione del problema era necessario un intervento stimato di 600 mila euro, da prelevare dalla stessa delibera Cipe. E anche in questo caso la ditta aggiudicataria dei lavori è stata la stessa.
Nonostante gli sforzi, non siamo riusciti ancora a capire l’iter seguito per l’ultimo affidamento, né è riuscito a spiegarlo l’assessore Nagni nella seduta consiliare del 9 dicembre 2014. Tuttavia pare che la procedura seguita sia stata ancora quella dell’affido in somma urgenza senza gara, e in tal senso aspettiamo di essere smentiti. Ma vista la situazione abbiamo presentato una seconda interrogazione per chiedere le procedure seguite per affidare i lavori su tutti gli 87 cantieri. La risposta (link), per quanto lacunosa e tardiva, aumentò i dubbi: per i lavori era stata seguita la “procedura negoziata senza previa pubblicazione di bando di gara” (art. 122 comma 7 del codice degli appalti). L’assessore Nagni ha sempre detto di non saperne nulla, spiegando come le procedure ristrette, forse, erano state seguite per non perdere i finanziamenti (video intervento in aula Antonio Federico). Ma accelerare gli interventi non può e non deve tradursi nell’eludere procedure trasparenti, soprattutto quando si maneggiano i soldi dei cittadini.
Al momento Frattura è commissario del Governo per il dissesto quindi ci aspettiamo che vigili su certe vicende. Del resto, come confermano recenti inchieste, regionali e nazionali, quello degli appalti pubblici è sempre stato il lato oscuro della Pubblica Amministrazione. Per vederci più chiaro, il MoVimento ha inviato tutti i documenti raccolti alle Procure molisane e alla Procura di Bari oltre che al Prefetto di Campobasso, Francesco Paolo Di Menna, arrivando fino alla Camera dei deputati, dove uno dei nostri portavoce in commissione Ambiente e Territorio, Massimo de Rosa, ci ha assicurato massimo supporto a qualsiasi azione (link video), oltre alla volontà di sottoscrivere l’esposto e condurre un’azione a livello parlamentare.