TERMOLI – “Non si intervista Eugenio Quaini. Si ascolta Eugenio Quaini. Tu fai una domanda, una qualsiasi e lui ti racconta tutto di quell’ argomento, citando nomi, luoghi, date, fenomenologie e aspetti tecnici che racchiudono il problema in un ordine preciso e puntuale e tale da essere esaustivo fino al
completo inquadramento del tema”. Racconta così Nicola Intrevado, medico del 118 Molise, la sua esclusiva intervista condotta a Lugano al noto Cardiochirurgo Eugenio Quaini, marito della cantante italiana Mina.
“È un piacere starlo ad ascoltare perché è metodico e attento alla tua ricezione dei particolari più fini e, questo, gli deriva dalla sua vasta esperienza didattica nella quale, si vede e si sente dal tono di voce, da come espone, si e’ speso tanto. Attività che tuttora coltiva al master dell’ Istituto “ Sant’ Anna a Pisa” sottolinea Intrevado che racconta un particolare di estremo interesse del lungo colloquio.
“Ad un certo punto – commenta – si stava parlando di consenso e il Professore mi racconta di un caso, di una bambina giunta dall’ Iraq per essere operata di una grave patologia cardiaca ma il consenso, appunto, andava richiesto alla madre della piccola e non altri. La difficoltà della lingua pone, a questo punto, un ostacolo che viene bypassato da uno zio della paziente il quale si stupisce del perche’ il chirurgo voglia chiedere il consenso alla madre della nipote trattandosi solo di una donna. Ancor di più si stupisce la madre stessa per essere stata coinvolta, per una decisione, come persona capace e degna di essere consultata. Contesto impensabile nella tradizione islamica. Ecco, Quaini prende a pretesto un episodio, uno dei suoi 3022 interventi e lo arricchisce di aspetti umani, storici, culturali, antropologici fino a farne una storia nella storia, dotate, entrambe, della stessa dignita’ di esame. Questo e’ il punto”.
Il cardiochirurgo di Lugano ha seguito nel corso della sua lunga carriera molti molisani. I pazienti partiti dalla regione per rivolgersi alle sue cure sono stati ben 181. “Sono stati trattati negli anni in cui eravamo ancora privi di un’autonomia operativa cardiochirurgica. E lui li ha operati tra il Niguarda di Milano e la Poliambulanza che fondò a Brescia passando la mano ad un molisano che è stato il suo braccio destro, il dottor Giovanni Troise di Isernia – spiega ancora Intrevado –, quando chiuse la sua attività clinica e direttiva. Ora, questi pazienti, negli incontri di visite di controllo, ancora ricordano il Professore “ con il sorriso e i baffi ”. Ma ciò che stupisce, e non poco, è che lui si ricorda tutto. Tutto davvero. Ogni intervento, ogni caso, dalla mitica seduta operatoria per un situs viscerum inversus di ben 27 ore di lavoro su tavolo opertorio al problema piu’ remoto e marginale”.
Per il medico termolese il cardiochirurgo rappresenta l’incontro tra il clinico ed il ricercatore. Ruoli nei quali si è trovato ad operare, per dirla con le sue parole: “per fortuna”. In buona sostanza è stato nel posto giusto al momento giusto e con i gruppi di lavoro giusti sparsi per il mondo nel quale la clinica e la ricerca hanno segnato il passo della loro evoluzione.
“Tutto questo è poi stato ritrasmesso ad altri: ai suoi allievi, ai suoi studenti e a chiunque si è rivolto a lui per i lumi con la generosità tipica dei nostri valori, oramai rimossi. O peggio. Dimenticati”.
Nicola Intrevado è, ora, alle prese con la preparazione dell’articolo per il Bollettino dell’ordine dei medici ma per lui è un compito emozionate ma complesso e, soprattutto, non facile come ammette lui stesso.
“Un ritratto della lunga intervista sarà pubblicato sul Bollettino dell’ Ordine nel quale sarà riportato l’ uomo e il professionista – ha concluso -. Una delle eccellenze italiane di cui andare fieri. E il mio è un compito disperato… poiche’ il materiale raccolto e filmato è denso del suo pensiero complesso. Anzi, ricchissimo. Pensiero al quale voglio restare fedele a tutti i costi. Non solo per non tradire il suo messaggio quanto per non omettere nessuna impressione nessuna idea e rendere al lettore ciò che mi è stato dato con così tanta generosità. E soprattutto per conservare dentro di me l’antico valore di un’amicizia sincera che mi onora fino all’ orgoglio e che conserverò sempre con la cura e l’attenzione che si riserva ad un bene prezioso”.
Medico
Alla cortese attenzione della Redazione “myNews” di Termoli.
Grazie dell’ articolo. Grazie di cuore. Trovo che siano state rispettate correttamente le mie dichiarazioni e questo rende merito della vostra onestà professionale, quindi, cosa ancor più importante, il pensiero del Professor Quaini. Infatti, a tutti coloro che mi hanno chiesto dell’ incontro ho detto: io, ho intervistato il Cardiochirurgo non altri. Sia pure il marito della Signora A. M. Quaini come prevede la legge svizzera.