ambulanza118TERMOLI – Era il dicembre del 2013 quando nella Caserma della Guardia di Finanza di Termoli “sfilarono” i presidenti di 10 associazioni di volontariato del Molise collegate al servizio di 118. In quel periodo, le Fiamme Gialle interrogarono a lungo tutti i responsabili di quelle onlus che percepivano circa 100 mila euro di rimborsi carburante pagati dall’Asrem tra l’Alto, il Medio ed il Basso Molise per assicurare l’emergenza sul territorio. Nel mirino dei finanzieri, all’epoca, finirono i tragitti, definiti dagli inquirenti: “fantasma” delle ambulanze. Il giallo degli elevati consumi di benzina pagati fior di euro dall’azienda sanitaria molisana per percorsi oltre quelli legati all’emergenza finirono, così, al centro di approfonditi accertamenti dai quali scaturirono più filoni di indagine



A distanza di alcuni anni in cui più di qualcuno ha alzato il “velo” sugli introiti delle associazioni e soprattutto sui loro “consumi” tra cui anche le “spese” per il personale, nulla, di fatto, è cambiato. Il “sistema” è rimasto inalterato nonostante  le verifiche delle Fiamme Gialle, nonostante le proposte di regolamentare tale attività già nel 2013, con una iniziativa di Filippo Monaco, oggi consigliere regionale, fino ad arrivare ad oggi, alla denuncia del Movimento 5 Stelle proprio sulle 12 associazioni che, in questi ultimi anni, operano nell’urgenza. 

La legge regionale 11/1997 stabilisce che le attività di queste associazioni “si fondano a norma di statuto su prestazioni volontarie gratuite e personali dei soci”. Di fatto non è proprio così. 

Negli ultimi “lustri”, l’unica novità arrivata nel “pantano” dell’attività dei presunti volontari, è la sentenza della Corte di Cassazione che, nel 2015, ha confermato che “al volontario possono essere soltanto rimborsate dall’organizzazione di appartenenza le spese effettivamente sostenute per l’attività prestata, entro i limiti preventivamente stabiliti dalle organizzazioni stesse”. 

Di conseguenza: “non possono essere considerati rimborsi di spese – e vanno quindi qualificati come compensi, come tali soggetti a tassazione – gli esborsi erogati dalle associazioni di volontariato ai propri associati a titolo di rimborsi forfettariossia senza lo specifico collegamento con spese, singolarmente individuate, effettivamente sostenute dai percettori. La sentenza – spiega ancora la Suprema Corte – vuole garantire che i rimborsi spese non mascherino l’erogazione di compensi, ossia, in definitiva, che il rapporto associativo non mascheri un rapporto di lavoro”.

In pratica i volontari, per essere definiti tali, vanno pagati con somme legate a precise rendicontazioni, importi non forfettari ma precisi e puntuali. E chi deve controllare come avvengono i pagamenti? Ebbene, la legge regionale 10/2007 n. 10 sulle “Nuove norme per la promozione del volontariato nella Regione Molise” affida i controlli all’Assessorato regionale alle Politiche sociali.

La Regione Molise l'”andazzo” lo conosce bene ma cosa ha fatto per cambiare realmente tale situazione? L’immobilismo ha regnato sovrano e le associazioni hanno proseguito nel solco già tracciato dei rimborsi continui tra carburante ed altro.  Oggi, però, sono proprio loro, i protagonisti dei soccorsi, quelli che rischiano in prima persona ogni giorno, che lavorano 12 ore di fila, che chiedono in coro un cambiamento. “Speriamo che questa sia la volta buona e ci sarà quel miglioramento atteso da anni”. Sarà davvero il momento giusto? Il “verdetto”, tra breve. 

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