TERMOLI – Dal confronto con il Tavolo Tecnico Interministeriale e i due Ministeri affiancati, per l’esamine del piano di rientro, si apprende che anche nell’anno 2019 si è avuto un disavanzo di gestione sanitaria e la conseguente applicazione delle aliquote massime di IRPEF, IRAP e accise varie anche per l’anno 2020. Fenomeno questo che da anni si registra dimostrando che il disavanzo di gestione è strutturale, e negli anni passati è diminuito di poco, nonostante i diversi Commissari designati dal Governo, la riduzione della spesa per il personale per il blocco del turn over, la chiusura di reparti e ospedali. Di contro ha generato molti disagi al personale rimasto in servizio, la riduzione dei servizi ai cittadini costretti per soddisfare le esigenze di cura a rivolgersi altrove, facendo crescere la mobilità passiva, oltre a far diminuire quella attiva per la minore offerta, e quindi la crescita del debito sanitario.
Inoltre il tavolo tecnico addebita ai Commissari,Angelo Giustini e Ida Grossi, il mancato incasso delle somme relative alla tassazione regionale aggiuntiva (IRPEF, IRAP, Accise, …) dall’anno 2015 e a seguire, che la regione avrebbe dovuto trasferire all’Asrem. Il mancato trasferimento fu individuato dai Commissari stessi, fecero richiesta alla regione e segnalarono l’accaduto agli enti di controllo: Corte dei Conti, Ministeri…
Di recente, i Commissari hanno segnalato anche il mancato versamento all’INPS, da parte dell’Asrem, degli oneri previdenziali per la sospensione temporanea concessa all’epoca per il terremoto nel Molise del 2002. Ciò potrebbe spiegare l’enorme crescita del debito sanitario che è passato dai 60 milioni definito nell’incontro dello scorso mese di novembre, ai 103 milioni riscontrati nell’ultimo incontro con i tecnici dei Ministeri.
Per i Commissari allo stato dei fatti l’unica soluzione è l’azzeramento del debito maturato negli anni pregressi. Pertanto hanno provveduto a fare richiesta ai Ministeri di un provvedimento del Governo. Riteniamo questa iniziativa condivisibile e che debba essere supportata dall’intera classe dirigente e politica Molisana. E’ il momento di accantonare il senso, pur se nobile, di appartenenza politica e/o territoriale. Dobbiamo tutti sentirci impegnati in questa “battaglia”, che per il Molise è madre di tutte le battaglie! Dall’esito dipende anche la tanto, e da tutti, conclamata “autonomia regionale”.
A questa criticità cronica si è aggiunta ora quella del Coronavirus, che a detta di tutto il mondo scientifico si è lontano dalla soluzione finale, e bisogna conviverci finché non giunge il vaccino.
È palese che anche per l’emergenza Covid si registra tra i Commissari e il Presidente Toma e il Direttore Generale dell’Asrem Florenzano, diversità di pensiero e soluzioni da adottare. Lo dimostra anche la proposta dei Commissari di utilizzare il “Vietri” di Larino come ospedale regionale Covid, come da direttive del Ministero della Salute, oltre alla realizzazione di un centro interregionale di alta specializzazione di malattie infettive, proposta non condivisa dal Presidente Toma e ritenuta dal Direttore Florenzano non confacente tecnicamente ed economicamente.
Questi ultimi continuano a ritenere giusta la soluzione ad oggi attiva: “Cardarelli” ospedale Hub per il Covid, con possibile ampliamento del settore Covid con moduli prefabbricati, Spoke il “San Timoteo” di Termoli e “Veneziale”di Isernia. Soluzione questa ritenuta inopportuna da alcune forze e movimenti politici, associazioni, comitati, oltre da alcuni dirigenti e operatori sanitari che segnalano la difficoltà ad eseguire percorsi Covid, così come indicato nel Piano anti-Covid dell’azienda, per evitare rischi di contagio ad operatori sanitari, utenti e ricoverati per altre patologie.
Non è tempo di “braccio di ferro”, è tempo di agire! Per affrontare il possibile ritorno del contagio del prossimo autunno, è indispensabile individuare subito una soluzione definitiva e condivisa.
Si fa rilevare che già nella Fase1 dell’emergenza molte regioni hanno provveduto a realizzare soluzioni ottimali e ospedali Covid come indicato dal Ministero della Salute. Anche nel vicino Abruzzo è in corso, a Pescara, la realizzazione dell’ospedale regionale Covid. Il progetto è stato approvato dai Ministeri per l’ importo di oltre 11 milioni di euro e finanziato con 7 milioni dalla Protezione Civile Nazionale, 3 milioni dalla Banca d’Italia con un contributo liberale e i restanti da fondi regionali. L’intervento prevede lavori di ristrutturazione di una edificio sanitario in disuso, la fornitura di apparecchiature elettromedicali, arredi e quant’altro per la realizzazione, entro due mesi, di 181 posti letto di cui 41 di Terapia Intensiva; ad oggi sono stati già disponibili i primi 32 p.l,
Si ritiene opportuno oltre che necessario, disporre anche in Molise di un ospedale Covid. Ciò consente agli altri ospedali di riprendere in sicurezza l’ordinaria attività di ambulatorio e interventi per tutte le discipline. Servizi che per l’emergenza sono stati consentiti esclusivamente a ricoveri urgenti, rinviando quelli programmati. Di fatto si sono ridotte le cure ai cittadini ovviamente con riflessi negativi anche gravi, sulla salute degli stessi, oltre ad allungare ulteriormente le liste di attesa.
A tal fine si auspica che venga accolta e condivisa la proposta di utilizzare la struttura del ”Vietri” come ospedale Covid, in quanto già funzionante e quindi con pochi lavori necessari per l’adeguamento, utilizzando così i fondi assegnati allo scopo per la fornitura delle apparecchiature e quant’altro necessita.
Inoltre terminata l’ emergenza Covid, quanto realizzato è comunque importante e strategico per la futura programmazione della medicina territoriale, per l’esigenza non solo del Basso Molise, che vede una popolazione di oltre 120 mila abitanti, un importante nucleo industriale, il porto regionale, l’austostrada e altro ancora, con il solo ospedale “San Timoteo”, ma dell’intera regione.
Dalle dichiarazioni della classe politica nazionale, dal consistente finanziamento assegnato dal Governo alla sanità, nonché dall’esperienza Covid, molto lascia credere che nel breve futuro ci sarà una rivisitazione dell’attuale sistema sanitario nazionale, con nuovi indirizzi di programmazione dei servizi sanitari, con maggiore attenzione verso la medicina territoriale e una nuova organizzazione della rete ospedaliera.
Ma ora è impellente assumere subito e a tempo indeterminato nuovo personale sanitario (specialisti,medici,infermieri,..), per sopperire alla carenza presente già prima dell’emergenza Covid, rafforzando così i reparti esistenti,garantendo ai cittadini servizi efficienti ed efficaci. Ciò consente inoltre di evitare chiusure di altri reparti, come a breve potrà accadere all’ospedale San Timoteo con Pediatria, e di conseguenza Ostetricia e Punto Nascita, per mancanza di Pediatri.
Ora basta! È risaputo che molto si decide nei Ministeri romani, e quindi per giungere a risultati positivi, occorre unità di intenti, compattezza e impegno di tutta la classe dirigente, politica e amministrativa.
È chiaro che un maggiore impegno spetta ai parlamentari, partiti e movimenti politici del Molise che appartengono e sostengono il Governo nazionale, ciò che finora non si è appurato. Al contrario purtroppo, si è registrato in primis dai parlamentari, un assordante silenzio.
Nicola Felice
Presidente Comitato San Timoteo