Secondo l’ex primo cittadino, Petrosino e Giacintucci avrebbero ricevuto un avviso di garanzia per le accuse di abuso di ufficio, falso ideologico e concussione. Greco: “Riponiamo massima fiducia nella magistratura”. La rotonda costruita in un giorno e mezzo

A parte la indebita e ignobile conclusione che collega la vicenda alla mia Giunta, mentre quest’ultima ne è stata totalmente estranea, mi preme fare qualche doverosa considerazione sui soggetti passivi delle indagini, delle quali tuttora si ignorano il denunziante (o la denunziante?), le carte prodotte, le testimonianze ascoltate ed i percorsi mentali che hanno indotto il sostituto procuratore di Larino ad emettere gli avvisi di garanzia. Fatta, come si usa fare in tali circostanze, la precisazione retorica che “noi riponiamo la massima fiducia nella Magistratura e aspettiamo che concluda il suo iter di indagine”, mi preme dire chi sono, per me, Donato Petrosino e Rocco Giacintucci.
Sono entrambi persone moralmente integerrime, infaticabili lavoratori, per una vita intera leali Servitori della Pubblica Amministrazione ed in questi ultimi tre anni e mezzo dei grandi Servitori del Comune di Termoli. Persone a cui chiunque può affidare le chiavi della propria casa e i propri averi. Per Petrosino devo dire che la disponibilità, da lui datami a suo tempo, ad assumere il ruolo di Segretario Generale e di Direttore Generale, nel Comune di Termoli, è stata per me condicio sine qua non per l’accettazione della proposta a candidarmi sindaco: quando mi sono garantito che avrei avuto al mio fianco non il signor Capirchio, ma il dottor Petrosino, ho deciso di candidarmi.
Ed in questi anni chiunque abbia avuto pratica con il Comune, anche il più perfido dei nostri antagonisti dell’opposizione, dopo qualche maldestro tentativo di screditarlo, ha dovuto constatare come in ogni circostanza, anche di estrema difficoltà, Petrosino è stato un insostituibile difensore delle ragioni e degli interessi del Comune di Termoli. Con lui si sono valorizzate e create nuove professionalità nell’ambito della dirigenza e della struttura dei dipendenti in tutti i suoi gradi. Con lui il Comune ha chiuso onorevolmente tutte le pendenze di tipo sindacale lasciate aperte nel passato, per cui la mia Amministrazione non è stata funestata da alcuna rivendicazione sindacale. Con lui abbiamo riformulato l’organigramma dei dipendenti definendo anche il percorso che sta portando alla regolarizzazione di alcuni di essi, precari troppo a lungo e indebitamente.
Con lui si è potuto aprire, per la prima volta nella storia di questo Comune ed all’insegna della vera trasparenza ed imparzialità, la stagione dei concorsi pubblici per l’assunzione di personale nei vari ruoli e dei bandi di gara per l’acquisizione dei servizi. Con lui io e la mia Amministrazione abbiamo potuto risanare i bilanci di un Comune trovato sull’orlo del dissesto, dove ormai per pagare gli stipendi si era iniziata la singolare pratica di far soldi vendendo le cubature delle strade (sic!) e dove si annidavano, nascosti nei cassetti dell’allora dirigente dell’Ufficio Legale, debiti fuori bilancio per oltre tre milioni di euro, relativi, per la gran parte, a espropriazioni non pagate ai proprietari, risalenti taluni addirittura agli anni ottanta e qualcuna, come quelle della Società’ Agricola Termolese o dei signori Potito, frutto di indebite gratificazioni a privati fatte dalle amministrazioni dell’epoca.
Con lui, con la sua abilità, si è riusciti ad arrivare a transazioni di insperata convenienza per il Comune. Con lui abbiamo avuto modo di conoscere e di attrarre nell’orbita del nostro Comune persone di alta professionalità, come l’ottimo professor Ziruolo dell’università di Pescara, a cui ho affidato il ruolo di trainer del nucleo di valutazione dell’operato dei dirigenti comunali; e come gli ottimi avvocati Pappalepore e De Robertis. Con lui la competenza e la perizia giuridica e amministrativa è diventata pratica abituale in Comune. Rocco Giacintucci l’ho conosciuto circa un mese dopo aver assunto la carica di Sindaco ed ho sempre detto, anche pubblicamente in questi anni, che quell’incontro è stato per me un dono del cielo, in uno dei momenti di mia grande disperazione, perché il problema più grave che avevo rinvenuto, entrando in carica, era l’insanabile conflittualità che esisteva tra i tre capitani della Polizia Urbana.
Il commissario Soggiu, nel momento del commiato, mi aveva salutato con queste parole: “Sindaco, il suo problema principale e più immediato è quello della Polizia Urbana” e alla mia espressione di sorpresa perché nessuno me ne aveva mai parlato prima, aveva aggiunto: “Vedrà, vedrà”. Io oggi posso affermare con tutta tranquillità che sono stato l’unico Sindaco d’Italia che non ha avuto alcun problema dalla Polizia Urbana e tra le cose più toccanti di questa mia straordinaria avventura umana, annovero le due lettere che ho ricevuto dopo circa un mese dall’avvento di Giacintucci, la prima di venti vigili che per la prima volta, a Termoli, hanno osato sottoscrivere una sorta di encomio solenne a questo nuovo Sindaco che li aveva fatti uscire da una condizione lavorativa da incubo, e la seconda, di qualche settimana successiva, scritta dalle loro mogli che mi ringraziavano per aver ridato serenità ai loro mariti e alla loro vita familiare.
Non ero io l’artefice di questo miracolo che stava avvenendo nel corpo dei Vigili, ma era questa straordinaria persona, di raro spessore umano, di grande intelligenza e di infaticabile dedizione agli interessi del Comune di Termoli, che è Rocco Giacintucci. Con lui si è ristrutturato l’intero corpo della Polizia Urbana, a cui ha imposto l’aggiornamento professionale come pratica ordinaria, portandolo ad un livello qualitativo tale da essere oggetto di apprezzamento costante da parte degli altri organi di Polizia, della Prefettura, della Capitaneria di Porto, organi con i quali si è attuata sin dall’inizio un’ottima collaborazione in ogni circostanza. Con lui i membri del corpo della Polizia Urbana di Termoli hanno anche raggiunto un livello di consapevolezza individuale e collettiva, che ha fatto perdere loro il predominante preesistente carattere impiegatizio che li rendeva gregari e ne opacizzava la qualità dei servizi, per farli approdare alla capacità di organizzare da sé la propria funzione con interventi autocoordinati sul territorio per l’intero arco delle ventiquattro ore.
La rotonda di Viale Trieste, che è stata costruita dopo quella dell’Ospedale Vecchio e delle due davanti alla Caserma dei Carabinieri, è stata realizzata in un solo pomeriggio e nella nottata successiva, proprio per l’intraprendenza e le capacità organizzative di Giacintucci, allo scopo di eliminare al più presto la pericolosità di quello snodo viario, rilevata dagli stessi Vigili Urbani.
Nello scoprire che queste due persone vengono infangate, oggi, con delle insinuazioni di reato, ho il presentimento che la cosa sia stata imbastita ai loro danni da uomini (o donne?) ignobili, che vedono di mal’occhio la rivoluzione che io e la mia Amministrazione stavamo compiendo, anche con l’ausilio prezioso ed insostituibile di queste due persone. E fiducioso, come ho già detto di essere, nell’opera della Magistratura, sono sicuro che l’innocenza e l’integrità di Petrosino e di Giacintucci risulteranno quanto prima in modo inequivocabile.