Durante la rassegna culturale “Mosse di Kultura”, voluta dalla sindaca Sabrina Lallitto, si sono esplorati i temi delle migrazioni e dei diritti umani attraverso il nuovo libro di Antonella Salvatore.
CASACALENDA – Il Piano Mattei del Governo italiano per l’Africa, la situazione in Afghanistan, l’assenza di libertà a Kabul, la negazione dei diritti per le donne a Herat, la lotta per la vita nella Repubblica Centrafricana, i riti ancestrali nelle miniere di diamanti: di questo e molto altro si è parlato a Casacalenda durante la presentazione del nuovo libro della giornalista molisana Antonella Salvatore, dal titolo “Il bambino dagli occhi d’inchiostro”.
L’incontro, introdotto dalla sindaca Sabrina Lallitto, è il terzo appuntamento della rassegna culturale “Mosse di Kultura”, svoltosi nella bellissima piazzetta a forma di scacchiera situata davanti al Municipio. Alla presenza di amministratori locali e cittadini, il primo cittadino ha voluto ricordare l’importanza dell’accoglienza dei giovani stranieri oggi, così come quella dei molisani emigrati nei primi del ‘900. Corsi e ricorsi storici che fanno del mondo un unico popolo. “In dimensioni spazio-temporali diverse, siamo tutti popoli in migrazione”.
Loredana Costa riapre il tema delle migrazioni ponendo l’accento sull’arroganza degli europei che, ancora oggi, scrivono ‘documenti di gestione’ delle migrazioni senza ascoltare la voce dell’Africa.
A dialogare con l’autrice è stata Loredana Costa, Presidente dell’Associazione “Dalla parte degli ultimi” di Campobasso, esperta del mondo delle ONG. La Costa ha effettuato una serie di riflessioni sulle storie vere, sottolineando l’importanza e il valore aggiunto apportato dal mondo missionario e dall’associazionismo in territori complessi come quello africano e non solo. Il grande lavoro svolto dai missionari nel mondo oggi deve essere valorizzato a ogni livello e supportato.
Il volume, edito da Luoghi Interiori, racconta storie vere d’infanzia tra guerre, ingiustizie e povertà. Un filo conduttore unisce territori lontani tra loro, diversi per usi, costumi e cultura, eppure vicini, accomunati da conflitti e violenze, tensioni continue. A farne le spese sono proprio i più piccoli.
Il testo, attraverso i fatti quotidiani dei protagonisti, affronta tematiche legate alla Jihad, ai rifugiati e al fenomeno dei bambini “sorcier” in Africa, nonché alla cultura popolare ancora legata a riti ancestrali.
Uno spaccato di società emerge dai racconti di vita, dove il valore dei diritti umani è schiacciato dalla miopia di amministratori al “comando” e dal “business” a ogni livello.