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Un confronto tra riforma della giustizia e crisi industriale: esperti e sindacato indicano le sfide per il futuro del Paese.

Termoli, 6 dicembre 2025 – Nella sala “Ecclesia Mater” della Curia della Diocesi di Termoli-Larino si è svolto il settimo incontro del Corso di Formazione Politica, un appuntamento che ha messo al centro due temi cruciali per il futuro del Paese: la riforma della giustizia e il ruolo del sindacato in un contesto economico in trasformazione.

Relatori della giornata due figure di spicco: Daniele Colucci, magistrato consigliere della Corte di Appello di Napoli, direttore della rivista giuridica “Monitor ecclesiasticus”, presidente dell’associazione “Liberi nell’arte” e giornalista pubblicista; e Giovanni Notaro, segretario generale della Cisl Abruzzo Molise, componente dell’esecutivo nazionale della Cisl e già presidente del Comitato regionale INPS Molise.

Il corso, che si propone di offrire strumenti di analisi e riflessione per una cittadinanza consapevole, ha affrontato due relazioni di grande attualità: “La formazione della prova nel processo civile e penale” a cura di Colucci e “Il ruolo del sindacato attraverso un modello partecipativo presentata da Notaro.

A chiusura dei lavori, i due relatori hanno rilasciato interviste esclusive, approfondendo i temi trattati e offrendo spunti di riflessione sul futuro del Paese.

Daniele Colucci ha analizzato il prossimo referendum del 2026, che prevede tre quesiti fondamentali: separazione delle carriere, riforma del CSM e istituzione della Corte disciplinare dei magistrati. “Sono tematiche estremamente attuali” – ha dichiarato – “A mio avviso è giusta la separazione delle carriere perché attua il giusto processo così come delineato dall’articolo 111 della Costituzione. Il giudice deve essere terzo e imparziale, equidistante dalle parti. È una controindicazione che il pubblico ministero sia collega del giudice, colui che deve validare o meno la tesi accusatoria.”

Sul timore di un potere eccessivo ai PM, Colucci ha chiarito: “Il PM è già un potere molto forte, dominus delle indagini criminali. La riforma non cambia le prerogative processuali, separa solo le carriere: giudice e pubblico ministero apparterranno a ordini differenti senza modifiche sul piano del processo.”

Infine, un monito ai cittadini: “Il rischio è la politicizzazione del referendum. Si rischia di votare secondo lo schieramento politico di partenza, ma credo sia un grave errore. Le maggioranze passano, il testo costituzionale resta. L’invito è valutare nel merito il quesito, documentarsi e informarsi.”

Sul fronte economico e occupazionale, Giovanni Notaro ha posto l’accento sulla crisi dello stabilimento Stellantis di Termoli, simbolo storico dell’industria automobilistica italiana. “Oggi abbiamo ragionato anche di Stellantis per far capire come un sindacato partecipativo deve essere dentro i processi aziendali. Se si approva l’eliminazione della sanzione a Stellantis di 2,5 miliardi e si concede una deroga di ulteriori 5 anni, la transizione fino al 2040, questo stabilimento deve rivendicare una produzione di motori Fire, Fly o similari per tornare alla saturazione dell’impianto.”

Sul motore Fire, Notaro: “Non voglio immaginare la chiusura dello stabilimento. Il motore Fire è finito naturalmente, ma Stellantis ha anticipato di 5 anni la transizione, creando un danno al territorio e a sé stessa. Noi auspichiamo che in questo lasso di tempo ragionino, perché non possiamo immaginare una riduzione così drastica produttiva.”

Quanto alle risposte attese dal Governo e dall’Europa, il sindacalista è chiaro: “Immaginiamo subito dopo il 10. Gli incontri con Filosa a livello centrale ci sono, ma quando si guarda il panorama nazionale si cerca di salvaguardare tutti i siti. Se si toglie l’alibi a Stellantis di investire in Sudamerica e si ricreano condizioni favorevoli per produrre in Italia e in Europa, allora possiamo riportare qualche produzione a Termoli.”