Camporeale: “Mi auguro che la fine dell’autonomia del Molise avvenga al più presto. Non sarà un de profundis, ma una grande festa”: il dibattito sull’autonomia e le responsabilità storiche.

TERMOLI – «Per cosa devono girarsi nella tomba i vari La Penna, Sedati, Sammartino, Magliano? Per il disastro combinato? Felice parla del senno di poi, io parlerei del senno di prima che i signori suddetti e quanti li hanno sostenuti non hanno voluto utilizzare.
Nei primi anni ’60 già si studiava la creazione di macro distretti per rendere più efficiente la programmazione economica che, col primo centro-sinistra, era diventata uno strumento fondamentale di governo.
La Facoltà di Agraria di Portici, che io avevo iniziato a frequentare in quegli anni sotto la guida dell’insigne meridionalista Manlio Rossi Doria, aveva contribuito non poco alla elaborazione di quello straordinario progetto.
Era ben evidente fin da allora che una realtà così piccola come il Molise non avrebbe potuto essere in alcun modo governabile e programmabile. Come avvenuto, avrebbe solo potuto essere amministrata con tutte le conseguenze nefaste poi registratesi: dal clientelismoal controllo politico degli elettori, alla corruzione fino allo sperpero di denaro pubblico, spesso finito in mille rivoli grazie a leggine regionali volte a favorire questo o quell’altro.
Mi auguro che la fine dell’autonomia del Molise avvenga al più presto. Non sarà un de profundis, ma una grande festa.»
Aldo Camporeale
















