Questi dati, nella loro evidenza matematica, certificano il fallimento della storia politica molisana degli ultimi anni. Chiariscono all’Italia intera che i molisani non ripongono più fiducia in chi li governa e non sono soddisfatti della qualità dell’amministrazione di coloro che hanno eletto: è un risultato semplicemente imbarazzante per chi, come Michele Iorio, ha rappresentato e rappresenta l’emblema del potere come macchina del consenso.
Chi oggi risponde che non voterebbe più per Iorio, sta dicendo nell’anonimato di un sondaggio che l’asfissia di una società privata per dieci anni del merito, del rinnovamento e della trasparenza, è ormai giunta al termine di un ciclo. Chi non è soddisfatto della politica di Iorio pretende che la regione smetta di essere una grande macchina per l’impiego, aperta solo agli amici ed ai fedelissimi del presidente e chiede conto di tutte le sfide mancate e le occasioni perse in lunghi anni di incontrastato potere e straordinarie risorse finanziarie dilapidate senza risultati tangibili.
Zuccherificio, Solagrital, Ittierre, scandalo Cosib, Imam, ricostruzione e articolo 15, turbogas, agricoltura cancellata, tagli alla sanità, infrastrutture al palo, aliquote fiscali oltre la soglia massima, disoccupazione record. A tutto questo la gente sta dicendo basta, e sono fatti che portano la firma del presidente Iorio. Occorre competenza e fantasia per uscire dalle secche dove siamo stati condotti da una classe dirigente irresponsabile. I cittadino hanno già detto chiaramente cosa non vogliono più: è compito della politica che verrà, tracciare la rotta di un nuovo percorso.
Abbandonare gli schemi logorati del baratto del consenso, e rilanciare con convinzione: ad una classe politica degna di questo nome è richiesto di sapere progettare il futuro dei territori e di chi li vive, senza confondere il futuro con la propria personale sopravvivenza. Per dirla con una frase celebre, un buon politico pensa alla prossime elezioni, lo statista alle prossime generazioni. Michele Iorio forse è stato un buon politico, ma il Molise di domani merita una classe di statisti”