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CAMPOBASSO _ La recessione che il mondo globalizzato sta attraversando impone a tutti coloro che ricoprono ruoli di responsabilità un eccezionale sforzo per comprendere la situazione e per cercare soluzioni rapide ed efficaci. Quindi occorre sciogliere i nodi in loco, facendo appello a tutte le risorse disponibili, economiche, intellettuali, imprenditoriali e politiche.

E se la crisi aggredisce tutti i settori, colpiti dalla mancanza di liquidità e dalla crollo dei mercati, essa diventa immediatamente esiziale sia per le piccole che per le grandi aziende, sulle quali la stretta creditizia può avere effetti repentini e catastrofici. Relativamente alle grandi aziende, mi riferisco per il Molise, ad esempio, a Fiat, Ittierre e Solagrital che impiegano (direttamente o indirettamente) migliaia di dipendenti. Queste aziende sono rientrate a vario titolo nei programmi di aiuti di stato (che io condivido), ma in questi giorni, in particolare, ha provocato dure polemiche il prestito da erogare alla Solagrital da parte della Regione Molise.

Le voci che si sono alzate contro il provvedimento, però, non hanno centrato la questione, in quanto si sono limitate a lanciare vecchi e logoranti slogan, che perlopiù hanno indotto confusione nell’opinione pubblica. Penso che invece sia fondamentale che si disponga di informazioni aderenti al vero, soprattutto quando sono in discussione 1.500 posti di lavoro. Il Presidente Solagrital, Raffaele Moreschi, a fronte delle critiche ha voluto fare chiarezza nella sua “lettera aperta” ripercorrendo la storia dell’Azienda, rivendicando i risultati raggiunti negli anni e quella che fu “la più bella e proficua esperienza della collaborazione pubblico-privato; sicuramente uno dei più grandi successi mai verificatisi in Italia”. Io condivido questa opinione.

In effetti la nascita della Solagrital e il rilancio della SAM ha segnato una svolta nella storia dell’industria alimentare molisana. Nel 1996-’97 in qualità di Presidente del Consiglio Regionale ne seguii personalmente i lavori, certo che il raggiungimento di quell’obiettivo avrebbe significato molto per la nostra regione, e così è stato, con la trasformazione della SAM, azienda destinata al fallimento, in una moderna realtà imprenditoriale. Oggi sono ancora convinto che quel percorso, voluto dal Governo di Centro Sinistra e votato all’unanimità dal Consiglio, fosse giusto e adeguato, e occorre anche aggiungere che bisogna dar merito a quegli imprenditori che hanno creduto in quell’impresa impegnandosi economicamente, nonostante le illazioni, e professionalmente con grande serietà.

Sono passati da allora dodici anni di sviluppo e benessere per l’Azienda, per i lavoratori e per il territorio, e se una incongruità c’è e dobbiamo cogliere è che in questo periodo l’Istituzione avrebbe dovuto far sentire maggiormente la sua presenza in un’azienda di cui possiede il 75%. Dobbiamo infatti evidenziare che la Regione Molise è proprietaria dei tre quarti della Solagrital, con una quota societaria, quindi, che la chiama in causa come titolare, con le responsabilità derivanti da questa posizione.

Nulla di strano quindi se la Regione sostiene la sua Azienda e i suoi lavoratori, a maggior ragione se osserviamo come nel panorama nazionale, altre aziende del settore, come Amadori, Aia,  ecc., abbiano beneficiato di maggiori sostegni, forse a volte immotivati, da parte delle Regioni di competenza, nonostante queste ultime non avessero alcuna partecipazione nel capitale sociale. A differenza delle altre, Solagrital è stata ed è ancora patrimonio di tutti i molisani. Per queste ragioni non dobbiamo mai dimenticare che dalle sue sorti dipende il futuro di 1.500 persone, più altre 1.500 nell’indotto, per un totale di 3.000 famiglie.

Allo stato attuale sono anche fermamente convinto che non basta salvaguardare i posti di lavoro con un intervento d’emergenza per superare questa crisi così densa e probabilmente duratura, ma che occorrerà prendere altre decisioni che includono il contenimento dei costi e l’elaborazione di nuove strategie. E giacché la Regione Molise è oggi socia maggioritaria dell’azienda, non credo che essa debba avere solo un ruolo politico programmatico, penso invece che, allo stato attuale delle cose, essa dovrebbe impegnarsi mettendo a disposizione, in difesa dell’interesse pubblico e dello sviluppo dell’azienda, un management, una classe dirigente, capace e indipendente dagli ululati della politica, in grado di aiutare la struttura nella sfida dei mercati. Questo è sicuramente l’approccio per garantire un futuro all’azienda e ai lavoratori.

 

Antonio D’Ambrosio

Presidente del Partito Democratico del Molise

  

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