“Il fine di una moderna ostetricia – affermano i medici del reparto – è quello di far vivere in maniera adeguata ad una donna l’esperienza del parto con il livello di cure mediche il più basso possibile, salvaguardando il benessere materno-fetale, nell’intento di conservare la dimensione naturale dell’evento nascita. Pertanto all’attuale figura di ostetrica di reparto, verranno affiancate quella del ginecologo, del pediatra, dello psicologo e dell’anestesista, ognuna nell’ambito delle proprie competenze, sì che possa colmare il bisogno di informazione delle gravide in merito alla salute in gravidanza, la cura del neonato, il vissuto del difficile periodo di transizione al ruolo genitoriale, l’allattamento, il cambiamento fisiologico nel rapporto di coppia, la contraccezione nel puerperio, il rapporto tra il nascituro e gli altri figli, i disturbi dell’umore in gravidanza e nel post-partum, la terapia del dolore e le tecniche anestesiologiche in caso di taglio cesareo e tutti gli altri fenomeni che in qualche misura investono la famiglia in questo straordinario momento della vita”.
Altra innovazione del nuovo corso di accompagnamento alla nascita sarà la presenza anche delle ostetriche di sala parto, coloro che accudiscono la donna al momento del parto e che vivono l’esperienza della nascita insieme alla coppia. Alle donne che hanno già iniziato il corso sarà garantita la continuità e vedranno integrate le nozioni degli altri specialisti in itinere. “Sono in programma altre iniziative – afferma il direttore sanitario del San Timoteo, Filippo Vitale -. Verranno infatti attivati servizi di diagnostica pre-natale e menopausale, corsi di riabilitazione del pavimento pelvico, sportello dedicato alla contraccezione e alla prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse.
Si darà maggiore impulso all’attività chirurgica”. Oltre la chirurgia laparotomia tradizionale il reparto di Termoli mirerà a: -recuperare e rivalutare la chirurgia per via vaginale, ritenuta chirurgia prioritaria nel trattamento della patologia uterina benigna e abbandonata da molti centri per la sua difficoltà esecutiva; -valorizzare l’attività mininvasiva endoscopica, sia diagnostica che terapeutica con la isteroscopia, la videoresettoscopia (per la patologia della cavità uterina) e la laparoscopia che a tutt’oggi viene utilizzata per l’approccio di tutte le patologie benigne ginecologiche, da quella ovarica, a quella tubarica a quella uterina con asportazione di masse pelviche e dell’utero in toto; -dare un più ampio respiro ad una eccellenza ginecologica di recente attivazione: la uro-ginecologia, specialità che si occupa di problemi urinari connessi alla patologia del piano perineale e della statica pelvica con particolare riguardo alla cura dell’incontinenza urinaria femminile e alla correzione con protesi sintetiche di prolassi uterini, vescicali e di cupola vaginale.