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TERMOLI – Il rendiconto degli eventi molisani nell’anno appena trascorso offre una costante: l’autolesionismo. Sembra infatti che per “sostenere” il Molise ci sia sempre più bisogno di “Salvatori della Patria” provenienti da fuori territorio, con casacche sovrapponibili – a seconda delle opinioni – a quelle di missionari o di colonizzatori. Certamente seminatori di polemiche. E, nella maggior parte dei casi, meno di risultati. L’esempio più eclatante viene dalla cinematografia. Nell’intero Novecento soltanto qualche borgo molisano è stato omaggiato da solenni citazioni. All’ilarità (bonaria) di Alberto Sordi sono legate le più note, come il monicelliano Fra’ Cipolla da Frosolone o la vacanza a Capracotta nel “Conte Max”. Finché nello scorso autunno un guitto pugliese ha colmato la lacuna ridicolizzando tutto il Molise nel suo insieme. I mesi trascorsi hanno svelenito le polemiche, ma anche fatto tramontare la certezza espressa da chi vedeva nel film, a quanto pare foraggiato anche dalle casse molisane (sic), un’irrepetibile occasione di promozione per il territorio. Tra gli ottimisti, c’era chi non era proprio disinteressato (comparse, consulenti della casa di produzione, ecc.), ma anche – e qui la cosa è più grave – alcuni amministratori regionali, che si sono persino complimentati con i promotori dell’incantesimo molisano in celluloide.

Nel più puro autolesionismo. A loro consigliamo la visione di ben altre operazioni di marketing territoriale. Ad esempio quella che di recente ha compiuto la splendida riserva del Parco delle Cascate di Molina, in Veneto, presente nel video del brano “Quando una stella muore” di Giorgia, primo nelle hit. Grazie alle quasi quattro milioni di visualizzazioni in poche settimane solo su Youtube, i risultati turistici per il sito sono davvero concreti. Per non parlare della “Grande bellezza” di Sorrentino, che rilancerà l’immagine storica di Roma anche durante la notte degli Oscar. Per il Molise, invece, la domanda è d’obbligo: ci saranno locande e parcheggi sufficienti per accogliere le legioni di turisti che punteranno verso i nostri territori grazie al film di Zalone? Per evitare un maxi-ingorgo di pellegrini cinefili tra Ceppagna e Venafro, non converrà sbrigarsi con quest’autostrada San Vittore-Termoli, al limite ai ritmi (e ai costi) della metropolitana C di Roma e con la regia di altri “Salvatori della Patria”, i romani dell’Anas? In tema di ricerca dei “Salvatori della Patria”, però, il Molise non ha limiti. Tra questi è arrivato anche l’Aci.

Lo scorso 29 ottobre la Regione ha approvato una legge che ha previsto la possibilità di affidare all’esterno la gestione delle tasse auto. Appena due settimane dopo, il 10 novembre, la Giunta regionale ha approvato la convenzione di affidamento all’Aci, sottoscritta tra le parti nei giorni successivi. Un’operazione per consentire alla Regione di non incorrere nei termini di prescrizione degli accertamenti relativi agli anni 2008, 2009 e 2010 e di conseguenza garantire il gettito nelle casse regionali. Da qui una pioggia di notifiche per evitare prescrizioni e recuperare somme. Compresi, a quanto si sente in giro, numerosi avvisi di accertamento per contribuenti che avevano diritto all’esenzione per eco-incentivi e per storicità dei veicoli. Con inevitabili polemiche. Resta il rischio, per chi non ha pagato in tempo, di ricevere altre sanzioni, interessi e costi di notifica. Per la cronaca, è a pagamento il costo della telefonata al call center per qualsiasi problematica. L’Aci, va detto, parla di risparmio pubblico di cinque milioni di euro nei quattro anni della convenzione: ma occorre capire quanti contribuenti saranno costretti a telefonare al numero a pagamento, con prefisso 199 (chiamata e a carico del chiamante). E quante volte. A proposito di Roma, altri presunti “Salvatori della Patria” allignano in viale Marx, sede del Formez PA.

Gente che con il Molise non ha nulla da spartire. Però da anni nelle loro disponibilità finiscono fondi regionali molisani a sette cifre per progetti che potrebbero, ad esempio, essere affidati direttamente ad associazioni, consorzi, cooperative o società “made in Molise”, che probabilmente li realizzerebbero meglio ed eviterebbero di far migrare sempre più giovani molisani in tutto il mondo, dissanguando e svuotando ogni piccolo centro montano. Tanti soldi che partono dal Molise e finiscono a Roma. Facciamoci del male. Da Roma all’Emilia. Emblematica dell’analogo modo d’intendere benefici e sviluppo per il Molise è la vicenda delle dodicimila manze della Granarolo, ennesimi “Salvatori della Patria”, con possibile cambio di residenza, dalla Padania al Sannio. Abbiamo davvero bisogno delle “esalazioni” di migliaia di apparati digerenti bovini? Buon 2014 a tutti. Nella speranza che, in molti settori, sia sotto il segno della discontinuità.

Prof. Valerio Mancini

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