PORTOCANNONE – L’avvocato Sergio Cavaliere della Rete dell’Abuso che difende la ragazza di Portocannone, in merito alla lettera della comunità parrocchiale del paese, osserva che: “la vittima di più di 3 anni di abusi di don Marino Genova ha deciso in piena consapevolezza di rivelare le reali ragioni della rimozione di don Marino, a distanza di 14 mesi, nell’assoluto silenzio della stampa, per una serie di motivi, tra i quali smentire le false notizie pubblicate da alcuni organi di stampa. 

La vittima, prima di far esplodere il caso mediatico, ha mosso tutti i passi necessari per accertare la verità e punire i responsabili, a partire dall’informare con ben 3 lettere il vescovo di Termoli, De Luca, degli abusi di don Marino Genova e, successivamente, denunciarlo alla Magistratura. Tra l’atro il vescovo De Luca fu informato della denuncia alla Procura il giorno seguente la sua presentazione, avvenuta all’inizio di aprile 2013. E Il testo integrale della denuncia fu consegnato a don Michele Valentini, su richiesta del Tribunale Ecclesiastico. Desta pertanto incredulità l’affermazione del vescovo De Luca secondo il quale “del procedimento civile … solo grazie ai media risulta l’esistenza”; – proprio a seguito della conoscenza della denuncia alla Procura della Repubblica, e non prima, è stato emanato il decreto di sospensione di don Marino. 

La lettera della comunità a difesa del prete si tratta di un anonimo, attribuito a una indeterminata “comunità parrocchiale di Portocannone”; – in particolare falso è che «Per noi è tutta una meschina e assurda messa in scena architettata in maniera macchiavellica con un unico e solo scopo…il denaro!». Una messa in scena presuppone la predisposizione di attività volte a simulare fatti mai avvenuti. Non è questo il luogo per accertare la veridicità dei fatti denunciati, ma le aule di giustizia.

Altre risibili affermazioni su una misteriosa vecchietta (chi?) all’ignaro degli abusi non meriterebbero alcun cenno. Il danno causato alla vittima di don Marino non è quantificabile in misura economica, poiché l’adolescenza rubata di una ragazza particolarmente fragile e segnata da lutti, l’interruzione degli studi e le conseguenze nell’animo non hanno un “prezzo”. Non ci meraviglia che ci sia chi affonda il coltello nelle ferite sanguinanti. Ci meraviglia che ci sia chi si fa strumento di queste coltellate, sulla stampa; – quanto alla libera iniziativa di scrivere a papa Francesco e al vescovo, precisiamo che non ce n’è bisogno. Il vescovo e alcuni sacerdoti, come detto, ne sono stati informati un anno e mezzo fa, così come il Tribunale Ecclesiastico che sta giudicando don Marino;

papa Francesco è ben al corrente della situazione. In ben tre distinte occasioni è stato informato dalla vittima: in due occasioni la vittima si è recata in Vaticano per consegnare la documentazione ed in una occasione l’ha fatto pubblicamente, direttamente nelle mani di papa Francesco. E da papa Francesco la vittima e la rete l’Abuso, con cui ci siamo assunti l’onere di occuparci del caso, si aspettano fatti conseguenti e non parole di commiserazione; – per essere chiari, nell’apprezzare le espressioni di comprensione e perdono del vescovo De Luca, dalle istituzioni ecclesiastiche ci aspettiamo la attiva collaborazione nella scoperta di tutta la verità;

Informeremo puntualmente la stampa di ogni avvenimento di qualche rilevanza, fino alla conclusione ultima della vicenda, passo per passo, udienza dopo udienza; per cui la stampa e l’opinione pubblica potranno essere prontamente informate di questo scandalo troppo a lungo soffocato. E’ una coraggiosa e consapevole scelta della vittima, che ha anche lo scopo di far venire allo scoperto chi sa e finora ha taciuto. Perché la massima evangelica “è impossibile che non avvengano scandali, ma guai a colui che li produce” ha per noi il significato di informare e far emergere la verità.

Avv. Sergio Cavaliere

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