Fatta chiarezza anche sul litigio accaduto nella redazione Rai che vide coinvolto l’avvocato molisano Vincenzo Iacovino
TARANTO – Individuato e citato direttamente a giudizio l’uomo accusato di stalking nei confronti della conduttrice del Tg1 Cinzia Fiorato. Si tratta di un tarantino rinviato al processo con citazione diretta all’udienza dibattimentale fissata per 29 gennaio 2014 fatta direttamente dal Pm della Procura di Taranto, Buccoliero, lo stesso Pm dell’omicidio di Sara Scazzi che, per tali reati, ha possibilità di ricorrere ad una procedura speciale.
Buccoliero ha ritenuto fondate le accuse di stalking e diffamazione procedendo direttamente per il dibattimento previsto ad inizio del prossimo anno. Una storia quella della giornalista del Tg1 che dura da oltre due anni e che ha reso necessarie otto denunce penali da parte della professionista, nota conduttrice del primo giornale del servizio pubblico. Si tratta di un uomo di Taranto che, per alcuni anni, secondo gli inquirenti che hanno condotto l’inchiesta, si sarebbe accanito contro la conduttrice attraverso la rete internet facendola oggetto di continue offese e manifestazioni di odio proprio per la sua attività di conduttrice del Tg1.
Un uomo, secondo gli inquirenti tarantini, riuscito ad entrare all’interno della struttura Rai, nella redazione del tg, sembrerebbe attraverso un dipendente. Per questo motivo i giudici pugliesi hanno ritenuto di aprire anche un fascicolo, ora al vaglio della Procura di Roma, per verificare l’esistenza dell’ignoto complice del tarantino. Una persecuzione quella ai danni di Cinzia Fiorato che è peggiorata dopo l’identificazione dell’uomo da parte degli organi inquirenti. La situazione è stata considerata particolarmente grave in quanto la giornalista conduce il tg della notte, situazione che la renderebbe ancora più vulnerabile. Tutto questo ha creato uno stato di timore con gravi conseguenze sulla sua vita privata e professionale.
La conduttrice, rappresentata e difesa in questa difficile vicenda dal penalista Andrea Ruggiero del Foro di Roma, era balzata agli onori della cronaca per aver chiamato i carabinieri in piena notte proprio durante il suo turno lavorativo nel centro Rai di Saxa Rubra. La reazione era scaturita da una discussione accesa con l’allora caporedattore centrale per la presenza in redazione, nel pieno rispetto delle regole aziendali, del suo compagno, l’avvocato molisano Vincenzo Iacovino, autorizzato da lei ad entrare nel plesso Rai e a stare con lei nelle ore più tarde, nella speranza di scongiurare eventuali pericoli e garantire la necessaria serenità per andare in diretta in considerazione del fatto che l’ignoto persecutore potesse avere accesso in Rai.
Una situazione dolorosa, ancora non conclusa, che ha creato grossi problemi nella vita privata e lavorativa di Cinzia Fiorato come accade nelle storie di persecuzione e stalking che tanto hanno impegnato il governo negli ultimi mesi fino al varo di una legge ad hoc per la tutela delle donne italiane. Un reato, quello dello stalking a mezzo informatico, che colpisce spesso i personaggi pubblici, e ha riguardato persino la presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini che ha cominciato una vera e propria crociata affinché non sia più sottovalutato.