Prevenzione e trattamento delle cardiopatie croniche al centro del dibattito.
TERMOLI – Focus a Termoli sulla prevenzione e trattamento delle principali cardiopatie croniche a partire dall’ipertensione arteriosa passando per la sindrome coronarica cronica, non sempre secondaria ad una coronaropatia ostruttiva aterosclerotica fino alla prevenzione della morte cardiaca improvvisa nella pratica dello sport.
Con l’intervento del cardiologo termolese dell’Asrem Alberto Montano sull’ipertensione arteriosa sistemica si è aperto venerdì pomeriggio, all’Hotel Meridiano della città, il XII congresso dell’Arca Molise, l’associazione regionale dei cardiologi che ha visto un’ampia partecipazione di specialisti.
“Negli ultimi decenni si è assistito ad una importante riduzione della mortalità cardiovascolare dovuta principalmente ad adeguato ed intensivo trattamento dei fattori di rischio ed alla ottimizzazione dei trattamenti in acuto – ha dichiarato Montano -, ciononostante rappresentano ancora la principale causa di morte nel mondo occidentale”.
Il congresso è proseguito per l’intero pomeriggio di venerdì scorso, fino all’intera giornata di domenica anche con tavole rotonde.
Tra i temi al centro degli interventi: la gestione della fibrillazione atriale persistente, con quali farmaci la profilassi della tromboembolia. Una sessione importante è dedicata alla gestione dello scompenso cardiaco cronico sul territorio tra fenotipizzazione, valutazione ecocardiografica ed emodinamica e nuove proposte terapeutiche che sono e devono essere nel bagaglio del cardiologo ambulatoriale e di tutti gli operatori sanitari operanti sul territorio. Infine come prevenire la morte cardiaca improvvisa nella pratica sportiva, situazione in cui la cooperazione di più attori è determinante per la sopravvivenza dei pazienti.
L’obiettivo non è solo quello di informare ma anche di condividere con tutte le figure professionali che si occupano delle malattie cardiovascolari croniche in ambito extraospedaliero le principali novità diagnostiche e terapeutiche al fine di ottenere il massimo beneficio per i pazienti.
“Ci si difende attraverso le buone abitudini: sana alimentazione con regolare attività fisica, il controllo del peso e della glicemia – ha spiegato Montano – rappresentano degli elementi importantissimi per la prevenzione e associazione ad eventuale terapia. Il rischio tende ad aumentare con l’avanzare dell’età e della rigidità delle arterie. L’età più a rischio parte dai 40 anni in poi. In questo ambito è proprio vero dire: noi siamo quello che mangiamo”.