TERMOLI – “Apprendo con viva soddisfazione la decisione del Consiglio di Stato di non accogliere la richiesta di risarcimento danni avanzata dalla società Nidaco, per 6 milioni di euro, in merito alla questione legata alla realizzazione del parcheggio sotto Piazza S. Antonio a Termoli. Ciò costituisce un ulteriore risultato raggiunto dall’Amministrazione comunale che ho avuto l’onore di guidare fino a poche settimane fa; la stessa squadra che, in quattro anni, ha definito i numerosi contenziosi ereditati dalle precedenti amministrazioni eliminando il rischio del pagamento, da parte della collettività termolese, di svariati milioni di euro.
Difatti, dopo la risoluzione del contenzioso con Molise Ambiente per 4,5 milioni di euro, dopo la soluzione previo accordo transattivo con la società Blu Costruzioni, senza la quale il Comune avrebbe potuto pagare un prezzo altissimo, per circa 13 milioni di euro, e dopo aver sciolto le società partecipate Sea e Tua, quest’ultima con un passivo di circa 1 milione di euro, con la sentenza Nidaco, destinata a fare giurisprudenza in materia di contenziosi avanzati dalle imprese nei confronti delle amministrazioni comunali, si definisce il percorso di risanamento dei conti e dei debiti del Comune di Termoli.
Tali risultati sono il frutto di scelte coraggiose e lungimiranti messe in atto dalla Giunta e dalla maggioranza consiliare, da poco fatte decadere, le quali votando provvedimenti tanto delicati potevano veder soccombere non solo l’Amministrazione, ma esporre i singoli amministratori a possibili richieste risarcitorie. Termoli finalmente si è liberata da un gravame di potenziali debiti che difficilmente altre amministrazioni avrebbero aggredito con tanta determinazione e con tali evidenti risultati positivi per l’intera cittadinanza termolese: per questo motivo esprimo ancora il mio ringraziamento e la mia riconoscenza a chi ha scelto di condividere un percorso costellato di fatti e risultati concreti”. Questa la dichiarazione dell’ex sindaco di Termoli Basso Antonio Di Brino a seguito della notizia del non accoglimento da parte del Consiglio di Stato della richiesta risarcitoria avanzata dalla società “Nidaco”.