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Termoli, corso Nazionale
TERMOLI – È quello che sta accadendo a livello culturale nel Molise! Una regione che non riesce a decollare a causa delle cattive amministrazioni che si sono avvicendate nel corso degli anni. E non c’è storia senza memoria del passato! Non scopriamo l’acqua calda!  E il Molise, di memoria, fatti storici, persone famose, ne ha veramente poche!  Dal 1963, dal distacco dal vicino Abruzzo, è stata  una tragedia senza fine. A chi giova una democrazia popolare se, chi ha conquistato il potere – essendo pur stato votato democraticamente – una volta assiso sul trono, lo applica a suo piacimento? Senza, cioè, interessare in alcun modo il popolo delle decisioni che prende? Hai voglia a parlare di “governance”: il potere diviene dittatura! Facciamo alcuni esempi limitati e  che  interessano Termoli, la mia città.

CUI PRODEST negare ad Achille Pace di utilizzare l’ex edificio della Chiesa di S. Antonio per trasformarlo, definitivamente, in una pinacoteca? La  quantità di opere raccolte in sessant’anni di mostre organizzate dal MAESTRO, gli darebbe pieno diritto d’interessarsene. E invece, l’edificio è adibito a esposizioni di moda e di articoli vari, dalle chincaglierie ai vasellami e gadgets di ogni tipo. In un interessante articolo apparso qualche giorno fa su questo stesso sito, il Comitato Piazza Mercato, da poco costituitosi, faceva un appello accorato al Comune: ripensarci e utilizzare quegli spazi, a buon diritto, come esposizione di tutte le opere giacenti nei vari depositi del Comune che, tra l’altro, si stanno deteriorando per non perdere un patrimonio artistico di inestimabile valore. 

E ancora! CUI PRODEST, tenere aperta  quella “specie” di esposizione di quadri che si trova a ridosso del mercato del pesce nel centro del paese? Tempo fa, la paragonai ai “loculi del camposanto”: tale appare esternamente! Ebbi modo anche di visitarne l’interno, guidato dal bravo e generoso architetto che ne è custode: è priva di ogni dispositivo tecnologico di preservazione e conservazione delle opere in essa esposte che vanno da Burri a Turcato e allo stesso Pace. Eppure, con l’esperienza, la capacità e l’amore per l’arte del Maestro termolese si potrebbe organizzare, istituire una vera e propria Pinacoteca.  E’ utile ripetere l’assioma: Nemo è propheta in patria! Termoli, la Regione Molise – che ancora oggi molti si chiedono se è ancora insieme all’Abruzzo o è quella Regione a Nord della Puglia –  potrebbero averne solo vantaggi.

CUI PRODEST, che il Comune non dia l’autorizzazione di operare definitivamente questa trasformazione? E’ diventato un “capriccio”, una presa di posizione. Sciocca e inutile! Anche perché, come sappiamo, l’immobile è di proprietà comunale essendo stato commutato con la cessione del terreno alla chiesa per costruire la nuova chiesa di S. Antonio.  Insomma, la storia ha davvero dell’incredibile. Ad appoggiare questa legittima richiesta s’è mosso, come già scritto in precedenza, anche il Comitato di Piazza Mercato che rivendica l’appartenenza “artistica” della Galleria a colui che per 60 anni ne ha curato la sopravvivenza assicurando col “Premio  Termoli” gloria e onore al nostro paese.

CUI PRODEST, insomma tutto ciò!? Non giova certamente al paese, che si vede sminuita la sua più importante Galleria D’Arte, assurta ad un alto livello essendo in possesso di una moltitudine di opere dei più grandi artisti di fama internazionale! Tanto meno giova alla Giunta comunale! Che certamente non ci guadagna a destabilizzare una struttura che ha tutte le caratteristiche per poter ospitare il nostro patrimonio artistico. Purtroppo, la cultura non paga! Continueremo a lasciare ai nostri posteri un’eredità fatta sempre e solo di: panem et circenses, l’Agosto Termolese, i bellissimi panorami del nostro lato ovest col la visione del Castello e della Cattedrale, la visione del porto (che è sempre da dragare!); e poi…cemento…quartieri periferici senza servizi che della “città di Termoli” ne sentono solo parlare ogni tanto, come una cosa lontana e irraggiungibile e  senza mezzi pubblici. Abbiamo reinventato, senza saperlo, le “new towns”… termolesi (sic!) : quartieri privi di servizi di prima necessità, quartieri dormitorio!

Nell’ultima trasmissione di Millibar, il conduttore ha espresso una sensazione  che mi ha lasciato molto perplesso. Francamente, inorridito! Facendo un giro per le vie più trafficate del paese, ha commentato: ”… avendo percorso prima il Corso Nazionale e quindi il cosiddetto terzo Corso – il Corso Fratelli Brigida – mi è sembrato di stare nel…deserto dei Tartari, come nel romanzo di Dino Buzzati: non un albero, una pianta, qualsiasi cosa che potesse far sembrare che in quel paese ci abitasse qualcuno… Ebbi la sensazione di uno spazio senza vita… o dove  la vita si svolgesse senza gioie e nella monotonia ed imperturbabilità più assoluta…! “. 
È questa la Termoli che vogliamo? CUI PRODEST?

Saverio Metere

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Saverio Metere
Saverio Metere è nato a Termoli il 23 settembre del 1942. Vive e lavora a Milano dove esercita la professione di architetto libero professionista. Sposato con Lalla Porta. Ha tre figli: Giuseppe, Alessandro, Lisa. Esperienze letterarie. Oltre ad interventi su libri e quotidiani, ha effettuato le seguenti pubblicazioni: Anno 1982: Lundane da mazze du Castille, Prima raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1988: I cinque cantori della nostra terra, Poeti in vernacolo termolese; anno 1989: LUNDANANZE, Seconda raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1993 da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume primo); anno 1995: da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume secondo); anno 2000: I poeti in vernacolo termolese; anno 2003 (volume unico): Matizje, Terza raccolta di poesie in vernacolo termolese e Specciamece ca stá arrevanne Sgarbe, Sceneggiatura di un atto unico in vernacolo termolese e in lingua; anno 2008: Matizje in the world, Traduzione della poesia “Matizje” nei dialetti regionali italiani e in 20 lingue estere, latino e greco.