Arte, musica e buon cibo attraggono i turisti in occasione del Cvtà Street Fest.

CIVITACAMPOMARANO – Giunto alla sua decima edizione, il Cvtà Street Fest, svoltosi dal 30 maggio al 1 giugno, si è concluso con un bilancio positivo. Artisti da varie parti del mondo hanno risposto all’appello del piccolo borgo e sono accorsi per lasciare la loro impronta sui vari muri messi a disposizione dagli abitanti del luogo.
Tutto ebbe inizio nel 2014 quando Ylenia Carelli, al tempo Presidente della Pro Loco “Vincenzo Cuoco”, ha contattato Alice Pasquini, famosa street artist di fama internazionale, per far visita a Civitacampomarano, paese quasi disabitato. Fu così che diedero il via, nel 2016, alla prima edizione del Cvtà Street Fest, un festival in cui regna l’arte di strada. “Cvtà” deriva proprio dal dialetto civitese “A Cvt”.
Organizzato dall’Associazione Culturale “CivitArt”, avente come Presidente Barbara Manuele, e con il patrocinio del Comune di Civitacampomarano, il festival si svolge da dieci anni a questa parte nel mese di giugno. Anno dopo anno, approdano nel piccolo borgo artisti di nazionalità diversa, scelti personalmente da Alice Pasquini, alla quale è affidata la direzione artistica fin dalla prima edizione. Quest’anno il festival ha avuto il piacere di ospitare street artist provenienti dal Belgio, dalla Germania, dal Regno Unito, ma anche dal Giappone e, naturalmente, dall’Italia.
I sei artisti si sono distinti per il loro stile e le loro tecniche. Direttamente dal Regno Unito, troviamo XENZ e Lucy McLauchlan. XENZ, influenzato da stampe giapponesi, da acquerelli cinesi e dall’impressionismo, è noto per il suo stile sperimentale. Trasforma graffiti writing in paesaggi onirici ispirati alla natura e le sue opere raffigurano scenari sospesi tra sogno e realtà. Lucy McLauchlan, invece, è conosciuta per i suoi murales realizzati a mano, rigorosamente in bianco e nero, con forme fluide e motivi astratti. Affronta temi come l’ambientalismo, l’urbanizzazione e il rapporto tra la natura e lo spazio costruito.
Portabandiera dell’Italia, per l’edizione 2025, è Elfo. Street artist noto per le sue scritte concettuali e provocatorie, preferisce un approccio essenziale e ironico. Utilizza l’assurdo e il nonsense per mettere in discussione le regole della comunicazione visiva. Direttamente dal Giappone c’è TWOONE che, partendo dai graffiti, ha sviluppato uno stile distintivo dove animali, forme astratte e figure umane si fondono in scenari surreali.
Protagonista del Belgio è Jaune, che invita i turisti ad effettuare una vera e propria caccia al tesoro per poter ammirare i suoi capolavori. Tramite i suoi stencil, l’artista dà vita a piccoli operatori ecologici che si ribellano al lavoro, rendendoli parte integrante del paesaggio giacché, spesso e volentieri, passano inosservati nonostante le loro divise vistose. L’ultimo artista ad arrivare, direttamente dalla Germania, è Case MaClaim. Le sue opere, le cui figure sembrano uscire dai muri, sospese tra la realtà e l’immaginazione grazie all’utilizzo di luci, ombre e sfumature, possono essere ammirate nei prossimi giorni unitamente a quelle ultimate dagli altri street artist.
Edizione dopo edizione, Alice Pasquini, meglio conosciuta come Alicè, torna a Civitacampomarano – che si scoprì essere anche il paese del nonno e luogo della sua infanzia – per dare una possibilità al piccolo borgo, attraverso l’arte, di tornare ad essere un luogo vivo. Alicè utilizza uno stile figurativo con un uso espressivo del colore e si è sempre concentrata su opere più piccole, lasciando i grandi muri civitesi ai colleghi provenienti da tutto il mondo. In occasione del decimo anno del festival di street art, però, ha voluto lanciare un messaggio forte e chiaro per omaggiare la libertà della Palestina – i colori della bandiera, infatti, sono ben visibili nella fetta di anguria che ha tra le mani la ragazza incappucciata.
Durante la manifestazione artistica, si sono svolte diverse attività: dalla Poetry Slam, forma di espressione artistica che unisce poesia e performance teatrale, alla Urban Photo Hunt, workshop di fotografia urbana organizzato dall’Associazione Culturale Urban PH. Non sono mancati i tour dei muri – sia in orario diurno che notturno – volti alla scoperta del patrimonio culturale e artistico del paese. I momenti di svago, invece, sono stati allietati dalla Passatella, un gioco da osteria con lo scopo di far bere bevande alcoliche leggere ad un partecipante per umiliarlo, e dai Dj Set che hanno animato le serate del festival.
Per sostenere il Cvtà Street Fest, chiunque ha avuto (e ha tuttora) la possibilità di acquistare i prodotti ufficiali disegnati dagli artisti – oltre che ad una varietà di merchandising creato nel corso delle dieci edizioni – negli appositi punti. Inoltre, è stato possibile degustare le scr’pell’ (scrippelle), preparate con cura dalle signore del paese, accompagnate da una buona dose di birra fresca. Tanti sono stati anche i punti di ristoro dove poter assaggiare le prelibatezze locali.
La decima edizione del Cvtà si è conclusa positivamente con un talk di Q&A con Alice Pasquini ed Elfo, che presentano tecniche e stili diversi, al quale poi è seguita la cerimonia di chiusura e il tradizionale taglio della torta, con la rituale foto di gruppo riservata a buona parte dello staff.
Oltre al museo a cielo aperto, molti turisti hanno scelto di visitare il suggestivo Castello Angioino. Il maestoso gigante, che ispirò Alessandro Manzoni con il castello dell’Innominato ne “I Promessi Sposi”, ospita al suo interno una collezione di arte contemporanea, un progetto ideato e realizzato dalla Direzione Regionale Musei Molise in collaborazione con l’ARATRO, Centro di Arte Contemporanea dell’UniMol – Università degli Studi del Molise. Questa collezione è stata resa possibile grazie al PAC (Piano dell’Arte Contemporanea) finanziato dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, grazie al quale è stato possibile acquistare alcune opere, come quelle di William Congdon, Gino Marotta e Titina Maselli, grandi personalità nell’arte del secondo Novecento aventi un legame con il Molise.
Altre opere da ammirare nel piano superiore del Castello di Civitacampomarano sono quelle di Carla Accardi, una delle migliori pittrici italiane ed internazionali del secondo dopoguerra e protagonista della stagione eroica dell’astrattismo, Achille Pace, importante esponente termolese dell’arte astratta e delle ricerche analitiche italiane, ed Elaine Shemilt, pioniera della videoarte femminista e dell’installazione multimediale.
Dunque, salvare un paese in via di spopolamento è possibile. È proprio quello che è successo a Civitacampomarano in questi dieci anni, dove l’arte e la creatività continuano a mescolarsi con la tradizione. Dopo l’alternarsi di street artist provenienti dai più svariati paesi del mondo e la continua affluenza da parte dei turisti, italiani e non solo, sono state aperte nuove attività e sono arrivati nuovi abitanti a popolare il piccolo borgo.
La comunità civitese non si arrende, continua a mettere a disposizione degli artisti il muro più bello per permettere loro di abbellirlo, partecipa attivamente all’organizzazione del Cvtà Street Fest e propone ogni anno delle novità per catturare i turisti ed invitarli a tornare. Dal più piccolo al più grande, dai residenti ai civitesi sparsi in Italia e nel mondo, passando per tutti coloro che hanno preso a cuore l’iniziativa, ciascuno si adopera per fare la differenza in quello che ormai è diventato il più grande festival di street art del Molise, celebre anche per la famosa frase “Il Molise non esiste resiste”.
Resistere, sì, è quello che Civitacampomarano continua a fare giorno dopo giorno e i risultati ne sono la dimostrazione.


































