
I terribili anni novanta del furore giustizialista non sembrano avere generato una rivoluzione dei comportamenti di persone dedite alla cosa pubblica. La trasversalità della tesi della questione morale sta lì a dimostrarlo: non ci sono corrotti e corruttori solo da una parte e dall’altra solo puri e integerrimi. Come si pone rimedio a questa anomalia, convinti tutti che di questo si tratta? Non esiste bacchetta magica, né buoni propositi, né leggi più severe, tanto meno sangue blu a garantire nobiltà d’origine. Se manca da parte di tutti (o di molti) uno scatto d’orgoglio, di onestà, responsabilità e trasparenza, non se ne viene a capo; ma un tale moto interiore deve essere la conseguenza di una sensibilità civile/responsabile che si acquisisce in virtù di tanti fattori, non ultimo un cammino di formazione/educazione costante e sempre rinnovato alle più autentiche virtù etiche da tutti condivise.
Si continuerà a delinquere da ogni parte, sicuri di farla franca, se ci si ubriaca di potere, di arroganza, di supponenza, e anche di inviolabilità. La politica richiede per sua natura una rettitudine, in ogni comportamento, sia pubblico che privato, tale da giustificare consenso e fiducia da parte dei cittadini. La politica deve tornare ad essere percepita e vissuta come servizio, come donazione, come ricorda il Papa nella sua ultima Enciclica. Si tratta di un richiamo ad una conversione radicale, uno stravolgimento di concezioni, opinioni, stili e metodi, un totale ribaltamento di prospettive. Un percorso educativo delle coscienze in tal senso va compiuto necessariamente nelle sedi in cui si preparano i futuri amministratori e politici, perché occorrono luoghi e tempi per la preparazione, basta con la improvvisazione. Le nuove generazioni hanno bisogno di progetti forti e convincenti perché possano decidere in piena libertà di mettere in gioco la propria vita, per il tempo che sarà loro chiesto, a favore della collettività.
Modelli ed esempi nella nostra storia e nei nostri ambienti non mancano, ma occorre una disciplina severa per poter acquisire una nuova mentalità e liberarsi una volta per tutte dall’idea di entrare in politica perché non si riesce a fare altro nella vita o perché si arriva prima e più agevolmente ad un livello di sistemazione socio-economica altrimenti irraggiungibile.
Servono concetti forti che faranno arricciare il naso a molti ma indispensabili per il tanto agognato rinnovamento della politica: logica della donazione, del sacrificio, della rinuncia, del farsi da parte, senso dell’umiltà, del lavoro disinteressato, della piena disponibilità di tempo e di energie senza risparmiarsi, pazienza, pronti anche a subire ingiustizie, calunnie, inganni e sgambetti dagli amici senza reagire con le stesse armi, pronti a tornare alla vita privata quando è giunto il momento. Non ultimo, non va snobbato il valore della coerenza con i propri ideali che hanno motivato la scelta iniziale. Sarà un programma utopico, ma solo a partire da un ideale è possibile costruire una storia reale.