ROMA _ “L’approvazione da parte della commissione Affari costituzionali del disegno di legge sul finanziamento ai partiti, e’ un buon risultato ma non basta “. Lo dichiara il senatore Giuseppe Astore che ha ripresentato in Aula i suoi emendamenti riproponendo i contenuti della proposta di legge presentata nel mese di marzo scorso”. ” Le modifiche da me proposte sono irrinunciabili, dinanzi alla richiesta pressante di «buona» politica che giunge dalla società civile, sempre più insofferente verso la «cattiva» politica. In questa ottica – ha continuato il parlamentare molisano – le disposizioni mirano ad incrementare la democraticità dei partiti, senza ledere la libertà associativa”
“E’ necessario – ha sostenuto Astore – perseguire un duplice obiettivo: partecipazione democratica effettiva nei partiti e moralizzazione della contribuzione pubblica ai partiti, perchè da da qui passa la rivitalizzazione del sistema politico italiano. Senza una riforma di tal fatta, la revisione – certo necessaria – delle regole elettorali e di funzionamento delle istituzioni non produrrebbe effetti su un’opinione pubblica esacerbata verso il «Palazzo». “Gli elementi centrali della mia proposta e di conseguenza i miei emendamenti – ha proseguito il rappresentante di Partecipazione Democratica- mirano a dare attuazione all’articolo 49 della Costituzione, ad assicurare la democraticità interna del partito politico, a commisurare il contributo finanziario statale al rimborso delle spese effettivamente sostenute per la campagna elettorale, accertate come tali e regolari in sede di controllo, nonchè altre disposizioni tra cui quelle in materia di accesso al rimborso delle spese cosiddette forfettarie “.
“I partiti politici sono colpiti da un generale discredito nel nostro Paese, dove l’opinione pubblica tende a considerarli come apparati inutili e costosi, chiusi in sé stessi, incapaci di intercettare i mutamenti e le istanze della società civile. Questa disaffezione si pone ben al di là di una soglia di minore coinvolgimento nella politica, forse normale in una moderna società del benessere. Si colloca bensì entro un malessere profondo, sempre più radicato, che alimenta un sentimento di «antipolitica», oggi impetuoso, tale da investire irrinunciabili componenti della democrazia rappresentativa. A tutto questo occorre dare risposta e , per quelle che sono le mie possibilità, sono pronto a dare battaglia per migliorare e rendere credibile agli occhi dei cittadini il provvedimento all’esame da oggi nell’Aula di Palazzo Madama “