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CAMPOBASSO _ Da nord a sud Italia ascoltiamo le urla di disperazione di oltre 57.000 docenti che a causa dell’articolo 64 della legge 133 rischiano di perdere il loro posto di lavoro. La situazione è drammatica; in tutte le regioni d’ Italia ci sono insegnanti che pur di difendere il loro posto di lavoro si incatenano davanti alle sedi Regionali, occupano gli uffici scolastici del loro territorio, a Palermo sono arrivati a protestare in mutande, insomma una mobilitazione che si annuncia determinata e radicata sui vari territori della nostra penisola. E la rabbia dei docenti precari è esplosa anche in Molise dove saranno 500 insegnanti e ATA che non avranno più lavoro. Per i precari è una vera emergenza; i “tagli” imposti dal decreto Gelmini se ne infischiano delle norme sull’ autonomia scolastica e penalizzano soprattutto il diritto allo studio di noi studenti che viviamo in una realtà territoriale come quella molisana. Se esistono sprechi nella scuola italiana, volerli ridurre è giusto. Ma è di estrema gravità il fatto che all’ interno di un piano di ridefinizione dell’ assetto scolastico, si prenda in considerazione solo ed esclusivamente le esigenze economiche e non gli obbiettivi pedagogici.
Di fronte alle scelte pianificate dal governo centrale che ha deciso scientemente di smantellare la scuola pubblica italiana; contro le continue, gratuite e mistificatorie offese al personale docente da parte del ministro della Pubblica Istruzione M. Gelmini; noi ragazzi di Rete degli Studenti Medi di Campobasso domani ci uniremo alla protesta dei precari della scuola davanti la sede del Consiglio Regionale per chiedere nuovamente che la Regione Molise stanzi i fondi necessari per salvaguardare il posto di questi lavoratori.
Rete degli Studenti di Campobasso