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LARINO _ “Mi convincevano a spogliarmi ad ogni carta che tiravano fuori dal mazzo fino a restare completamente nuda in loro compagnia“.
Queste le parole di una delle due adolescenti davanti ai giudici del Tribunale di Larino all’apertura del processo contro due pensionati residenti in un centro a pochi chilometri da Termoli accusati di abusi sessuali su minore e difesi dal penalista Antonio De Michele. La ragazzina, all’epoca dei fatti dodicenne, oggi adolescente, tra qualche giorno potrà conoscere la decisione del Tribunale di Larino in merito alla scabrosa vicenda che fece discutere non poco la popolazione del Basso Molise qualche anno fa.
Entro qualche giorno i magistrati dovranno leggere la sentenza nel corso dell’ultima udienza. Sono state varie e tutte dense di colpi di scena le udienze susseguitesi nel Palazzo di Giustizia frentano.
“Non dovevo dire nulla a mia madre altrimenti mi avrebbe sgridato e punito _ aveva detto la ragazzina all’epoca della sua testimonianza _. Ad un certo punto, non ce l’ho fatta più ed ho confessato tutto”. Con lei, assistita dal penalista Domenico Bruno, sul banco dei testimoni salirono anche i genitori. Momenti di grande tensione per la madre ed il padre delle ragazzine, provati profondamente.
Quattro le persone ascoltate nella prima tornata processuale poi proseguita con l’interrgatorio, sempre a porte chiuse, degli altri imputati fino alla moglie di uno dei due pensionati, che sottolineò la sua costante presenza in casa e la difficoltà per i due di scendere in garages e praticare i giochi proibiti tra cui quello con le carte di poker. La moglie infatti ha dichiarato in maniera convinta viste le sue mansioni di casalinga di rimanere in casa dal mattino a sera e, dunque, di controllare il marito. La sentenza è ormai alle porte.
“Non dovevo dire nulla a mia madre altrimenti mi avrebbe sgridato e punito _ aveva detto la ragazzina all’epoca della sua testimonianza _. Ad un certo punto, non ce l’ho fatta più ed ho confessato tutto”. Con lei, assistita dal penalista Domenico Bruno, sul banco dei testimoni salirono anche i genitori. Momenti di grande tensione per la madre ed il padre delle ragazzine, provati profondamente.
Quattro le persone ascoltate nella prima tornata processuale poi proseguita con l’interrgatorio, sempre a porte chiuse, degli altri imputati fino alla moglie di uno dei due pensionati, che sottolineò la sua costante presenza in casa e la difficoltà per i due di scendere in garages e praticare i giochi proibiti tra cui quello con le carte di poker. La moglie infatti ha dichiarato in maniera convinta viste le sue mansioni di casalinga di rimanere in casa dal mattino a sera e, dunque, di controllare il marito. La sentenza è ormai alle porte.