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TERMOLI – “L’istituto dell’udienza preliminare se funzionasse bene la realtà del dibattimento sarebbe notevolmente ridotta rispetto alle dimensioni spesso catastrofiche che vi sono nei nostri tribunali. Per il Tribunale di Larino si applica questo discorso dove abbiamo una congestione dibattimentale che sta diventando ingovernabile”. Lo ha dichiarato a Termoli, il giudice del Daniele Colucci intervenendo all’Unimol come relatore al corso di aggiornamento curato dall’Ordine degli avvocati del Foro di Larino. Alla lezione hanno preso parte numerosi legali del Basso Molise.
“L’udienza preliminare è un istituto estremamente sottovalutato nel nostro procedimento penale – ha spiegato il magistrato -, è un istituto in realtà ambiguo, un istituto che potrebbe rappresentare una inutile perdita di tempo nell’ambito del procedimento perchè si riduce ad un mero filtro che porta inevitabilmente al giudizio ma con tutta la perdita di tempo connessa a questo passaggio per le notifiche e per lo svolgimento di questo segmento procedimentale così come, invece, potrebbe essere uno strumento risolutore del procedimento stesso. Con le innovazioni della legge Carotti del 1999, in realtà, l’udienza preliminare con i poteri di integrazione probatoria del giudice potrebbe, in realtà, condurre nel 70-80% dei casi a risolvere in senso favorevole all’imputato il procedimento penale”.
Per quanto riguarda il Palazzo di giustizia frentano, il giudice sottolinea: “Abbiamo dei numeri al dibattimento sia al collegiale che monocratico che al super monocratico al Tribunale di Larino assolutamente sovradimensionato rispetto a quelle che sono le condanne effettive che vengono irrogate dal Tribunale stesso. Questo, appunto, ci lascia pensare che, facendo un sapiente uso dell’udienza preliminare, forse, questa congestione dibattimentale potremmo evitarla o ridimensionarla”.
Il corso di aggiornamento, curato dagli avvocati dell’Ordine forense di Termoli-Larino: Micaela Bruno e Nicola Balice, ha visto come relatore il legale del foro di Campobasso Giuseppe De Rubertis, Presidente della scuola forense del Molise che ha affrontato il tema delle indagini preliminari ed investigazioni difensive. “Abbiamo ritenuto di approfondire questo tema in quanto le investigazioni difensive nel nostro territorio non sono una scelta molto praticata. Questo dipende sia dalla tipologia di processi che interessano il nostro circondario sia perchè le indagini difensive si rivelano molto impegnative per il collegio di difesa e costose per l’assistito – ha spiegato De Rubertis -. Il loro utilizzo è limitato ai processi di maggiore rilevanza: fatti di sangue per omicidio dove bisogna accertare tracce biologiche ed esami di dna. In Tribunale a Larino approdano per la maggior parte reati bagattellari, reati contro il patrimonio e contro la persona: lesioni, percosse. Per fortuna per la nostra realtà non ci sono procedimenti per omicidio anche se talvolta capita. Riteniamo che è un argomento da approfondire per fare in modo che, alle indagini difensive, si faccia ricorso per i processi che non escono dall’ordinario ma che pure hanno una loro rilevanza”.
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