La vicenda prese le mosse dal novembre 2007 quando l’Amministrazione Comunale retta dal sindaco Greco rilasciò alla proprietaria di un piano dell’immobile sito in via del Bastioni la licenza a trasformare l’appartamento, adibito ad abitazione, in locale commerciale destinato sostanzialmente a bar e ristorazione.
Per fare ciò si dovette modificare la struttura interna della casa risalente all’ottocento e abbattere alcune parti dei muri interni, che peraltro erano muri portanti, secondo le tecniche costruttive del’epoca. Non solo; ma nell’aprile successivo fu dato un secondo permesso in variante, che consentiva ulteriori aperture, sempre nei muri portanti. Insorsero alcuni abitanti della zona con due ricorsi al T.A.R. Molise lamentando, fra l’altro, la pericolosità dell’intervento, dato che non si era tenuto conto affatto che il territorio di Termoli è ormai classificato come soggetto a rischio sismico di terza categoria.
I cittadini ricorrenti sono stati difesi, sia al T.A.R. che al Consiglio di Stato, dagli avvocati Margherita Zezza e Giuseppe
” Il massimo organo della giustizia amministrativa ha censurato con parole molto dure l’illegittimo comportamento del Comune di Termoli, che ha posto a repentaglio l’incolumità dei cittadini. La sentenza, credo, dovrà far aprire gli occhi ad amministratori e funzionari, che debbono essere scrupolosamente osservanti degli obblighi di legge in relazione alle costruzioni. Soprattutto debbono tenere conto della classifica di zona sismica di gran parte del territorio molisano e della delicatezza di ristrutturazioni che si compiono in edifici ultrasecolari, con muri portanti e spesso fatiscenti, per i quali qualsiasi modifica rischia di compromettere la staticità delle costruzioni e la sicurezza degli abitanti. Questa attenzione deve essere ancora maggiore quando si passa ad adibire un appartamento destinato ad abitazione a pubblico locale frequentato da molte decine di persone, che possono compromettere ancor di più la capacità di resistenza degli edifici”.