CAMPOBASSO – Il MoVimento 5 Stelle riscontra con stupore la nascita di una nuova figura d’amministratore pubblico locale: il politico impotente Questa nuova figura mitologica, divenuta ormai stanziale nella nostra regione, pur avendo i poteri che lo contraddistinguono, vorrebbe fare ma non può, ignorando completamente cosa succede al di fuori del proprio spazio minimo vitale (1mq circa). L’improvvisa miopia e sordità sopravvenuta all’atto dell’assunzione dell’incarico pubblico lo rendono incapace di interagire efficacemente con la società civile dalla quale apprende raramente e in modo frammentario l’evoluzione avvenuta nell’ultimo decennio. E poi reagisce persino sbalordito quando assume le vesti di semplice cittadino per usufruire di un servizio essenziale quale può essere quello del Pronto Soccorso.

L’azione del politico impotente cambia completamente quando, sentendosi minacciato, deve reagire per garantire la propria sopravvivenza. All’interno del suo spazio vitale, infatti, i tempi di reazione diventano fulminei, cattura la preda e dopo averla spolpata non ne restituisce nemmeno le spoglie. La natura predatoria di questa razza comporta un rilevante assorbimento di risorse pubbliche (emolumenti crescenti e indennità da corrispondere in caso di raggruppamento in branchi) ottenute in barba a qualsiasi sacrificio stia compiendo l’ecosistema sociale (maggiori tasse e imposte, livelli di disoccupazione ai massimi storici, decrescita infelice).

Forte della complicità di altre specie parassite altrettanto dannose all’ecosistema (giornalisti prezzolati, amministratori di società partecipate conniventi, amici e parenti bendisposti), il politico impotente è addolorato per la propria ignoranza ma si riproduce: “chiagne e fotte”, causando gravi danni a coloro che dopo anni di giogo tentano di liberarsi dalla mala razza infestante. Il MoVimento 5 Stelle Molise distribuisce gratuitamente alcuni strumenti che proteggono dagli attacchi, spesso mortali, di questa specie, impedendone la conservazione: – partecipazione diretta alla cosa pubblica; – restituzione degli emolumenti pubblici in eccesso; – chiusura delle province e degli enti inutili; – eliminazione dei finanziamenti pubblici all’editoria locale.

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