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TERMOLI _ È stato diffuso il messaggio della Conferenza episcopale italiana per la Giornata della salvaguardia del creato del prossimo 1 settembre 2010, un’occasione preziosa per accogliere e approfondire il profondo legame che intercorre fra la convivenza umana e la custodia della terra. “Custodire il creato, per coltivare la pace”. Il primo punto che viene sottolineato è l’equa distribuzione dei beni. “La Sacra Scrittura ha uno dei punti focali nell’annuncio della pace, evocata dal termine shalom nella sua realtà articolata: essa interessa tanto l’esistenza personale quanto quella sociale e giunge a coinvolgere lo stesso rapporto col creato”. L’uno e l’altro Testamento convergono “nel sottolineare lo stretto legame che esiste tra la pace e la giustizia”. Nella prospettiva biblica, dunque, “l’abbondanza dei doni della terra offerti dal Creatore fonda la possibilità di una vita sociale caratterizzata da un’equa distribuzione dei beni”.
Il Papa ha segnalato più volte quanti ostacoli incontrino oggi i poveri per accedere alle risorse ambientali, comprese quelle fondamentali come l’acqua, il cibo e le fonti energetiche. Spesso, infatti, l’ambiente viene sottoposto a uno sfruttamento così intenso da determinare situazioni di forte degrado, che minacciano l’abitabilità della terra per la generazione presente e ancor più per quelle future. Questioni di apparente portata locale si rivelano connesse con dinamiche più ampie, quali per esempio il mutamento climatico, capaci di incidere sulla qualità della vita e sulla salute anche nei contesti più lontani”. Bisogna anche rimarcare il fatto che in anni recenti “è cresciuto il flusso di risorse naturali ed energetiche che dai Paesi più poveri vanno a sostenere le economie delle Nazioni maggiormente industrializzate”.

Il secondo aspetto è il rapporto tra il bene comune e la dimensione ambientale. Anche le guerre – come del resto la stessa produzione e diffusione di armamenti, con il costo economico e ambientale che comportano – “contribuiscono pesantemente al degrado della terra, determinando altre vittime, che si aggiungono a quelle che causano in maniera diretta”. Pertanto, “pace, giustizia e cura della terra possono crescere solo insieme e la minaccia a una di esse si riflette anche sulle altre”. È in questo contesto che va letto il richiamo ad una responsabilità ad ampio raggio, al “dovere gravissimo di consegnare la terra alle nuove generazioni in uno stato tale che anch’esse possano degnamente abitarla e ulteriormente coltivarla”. Tale dovere “esige una profonda revisione del modello di sviluppo, una vera e propria ‘conversione ecologica’”.

È impossibile, infatti, “parlare oggi di bene comune senza considerarne la dimensione ambientale, come pure garantire il rispetto dei diritti fondamentali della persona trascurando quello di vivere in un ambiente sano”. Si tratta di “un impegno di vasta portata, che tocca le grandi scelte politiche e gli orientamenti macro-economici, ma che comporta anche una radicale dimensione morale: costruire la pace nella giustizia significa infatti orientarsi serenamente a stili di vita personali e comunitari più sobri, evitando i consumi superflui e privilegiando le energie rinnovabili. È un’indicazione da realizzare a tutti i livelli, secondo una logica di sussidiarietà: ogni soggetto è invitato a farsi operatore di pace nella responsabilità per il creato, operando con coerenza negli ambiti che gli sono propri”.

Anche il nostro territorio, che è la nostra casa, sembra soffrire di poca cura, superficialità, a volte di violenza e abitudini sconsiderate e delinquenziali: vedi la questione dei rifiuti, lo stato idrogeologico, inquinamenti ambientali di ogni genere. Sembra latitante quella giusta sensibilità che consentirebbe un’attenzione e una premura che alla fine sono un vantaggio per tutti. L’educazione alla salvaguardia del creato è un compito primario di cui si deve far carico l’intera società, comprese le istituzioni pubbliche che hanno il dovere di attuare una politica del territorio scrupolosa e anche severa per prevenire i tanti disastri che per troppo tempo hanno dilaniato e sfigurato tante nostre aree, con notevoli danni non solo economici ma anche alla salute dei cittadini.

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5 Commenti

  1. Salvaguardia del creato o solo della specie umana?
    La Chiesa Cattolica continua ad adottare un punto di vista puramente antropocentrico nelle questioni per le quali l’antropocentrismo non è decisamente indicato, non ultima quella ambientale. E’ stata indetta la “Giornata per la salvaguardia del creato” ma tale salvaguardia non è fine a sè stessa, bensì alla salvaguardia di interessi puramente umani. Nulla in contrario alla salvaguardia della pace e della sicurezza internazionale, beninteso, però sarebbe meglio se ci fosse un atteggiamento di chiarezza e privo di ambiguità nella trattazione di tematiche che hanno a che fare con la pace e la giustizia solo in via secondaria.Memore della soggezione delle specie create all’uomo, posta dal Creatore nella Genesi, la Chiesa omette di riconoscere la vera sostanza dell’evoluzione delle specie, e cioè la co-evoluzione, nel senso che tutte le specie che si sono evolute lo hanno fatto in virtù di una reciproca influenza: se noi oggi abbiamo assunto questa forma fisica lo dobbiamo alla coesistenza con le altre forme di vita, e lo stesso vale per esse. Per questo la preoccupazione per le “generazioni future” non deve essere rivolta solo alle generazioni umane, ma alla totalità degli esseri viventi, in quanto senza le altre specie viventi le future generazioni umane, cui sono evoluzionisticamente ed indissolubilmente legate, non potranno sopravvivere.La correlazione logica della salvaguardia del creato alla finalità di conservazione della pace e della giustizia nasconde dentro di sè pertanto solo ed esclusivamente delle pretese di carattere utilitaristico sul creato, con la giustificazione dello sfruttamento delle risorse, e, sostanzialmente, delle medesime teorie economiche che ci hanno già portato da tempo nel baratro (l’orlo lo abbiamo già oltrepassato da un pò).
    La vita, in ogni sua forma, non solo umana, è consacrazione della terra, e il Creato è stato affidato in pura custodia all’uomo, con l’obbligo di restituirlo come lo si è ricevuto.

  2. W la pace W la giustizia
    X Lotario condivido gran parte di ciò che Lei scrive ma dissento su un aspetto essenziale che Lei tratta come se fosse depositario di chi sa quali verità assolute. Mi riferisco all’evoluzione umana o co-evoluzione come Lei la chiama. Io mi sento figlio di Dio, creato a sua immagine e somiglianza, se Lei preferisce sentirsi figlio della scimmia, sono fatti che riguardano Lei e Sua madre. Comunque io se non Le dispiace voglio considerarla come persona umana, voglio vivere in pace con Lei, mi piacerebbe collaborare con Lei per perseguire la pace anche salvaguardando l’ambiente e cercando di alleviare le sofferenze di chi ha meno di noi.Non si preoccupi Lei può contunuare credere nelle teorie evoluzioniste purchè rispetta il mio credo in Dio. La saluto cordialmente

  3. W la pace W la giustizia
    Signor Robespierre, premesso che rispetto il suo sentimento religioso – non ci crederà, ho un senso religioso anche io – mi permetto di sottolineare che l’evoluzione della specie, oltre ad essere la teoria scientifica più accreditata al momento per spiegare la nostra attuale forma e quella delle altre forme di vita (certamente passibile di essere sempre smentita o modificata, prove alla mano), non è affatto incompatibile con la teoria creazionista enunciata nella Genesi, ma addirittura, chi lo sa, forse Adamo ed Eva erano proprio due scimmie.
    Con questo desidero evidenziare che non ho assolutamente contrariato il suo credo in Dio, semmai una posizione interpretativa assunta da parte della Chiesa Cattolica, andando a stigmatizzare la miopia con la quale viene affrontato un argomento delicato, quello della tutela dell’ambiente, che merita ben altra ed alta considerazione.
    Nulla mi vieta però di pensare che la stessia miopia affligga altre visioni della Chiesa su altri argomenti. Ritengo che ci si debba interrogare su tali leggerezze, per rispetto alla Verità, almeno.
    La pace, la giustizia e l’equa distribuzione delle risorse alimentari vanno perseguite quantomento con consapevolezza, logica, raziocinio, e soprattutto concretezza di scopi; adoperare la salvaguardia dell’ambiente per giustificare sofisticamente la necessità della pace del mondo non è il modo migliore di farlo e soprattutto non rende giustizia a coloro che soffrono.
    Piuttosto si dica qualcosa in merito alla effettiva necessità di coltivare delle terre – e quindi utilizzare delle PREZIOSE RISORSE ALIMENTARI – per soddisfare le richieste energetiche del nostro tenore di vita. Guardacaso, questa cosa sta per succedere proprio qui da noi, a Larino.
    Energia elettrica da Biogas ottenuto da Mais ed altre specie coltivate allo scopo
    La Chiesa ha qualcosa da dire anche per questo?
    No, non ce l’ha.
    Però quando si tratta di negare l’evoluzione della specie: tutti in prima linea! Aux arms! Dio lo vuole!

  4. x robespierre
    ma mi faccia il piacere.lei parla….ma non si vedono i valori di cui si vanta,e in questo non c’entrano le mamme .io sono pronipote di una scimmia e non me ne vergogno.ed ho il 99% del suo genoma.
    io cita tu tarzan,sei contento?

  5. X Cita
    Veramente non capisco quali siano i Suoi valori e perchè si surriscalda, comunque visto che non siamo parenti, non abbiamo lo stesso genoma e la pensiamo in modo diverso sulla creazione, mi spieghi Lei che presume di sapere tutto chi ha creato l’universo e perchè. Se Lei pensa che sia tutto un caso, be io dissento e penso che di casuale c’è solo la Sua ottusa, assurda, banale e incomprensibile incredulità. La saluto sperando di non rivederla in un circoequestre in gabbia a divertire i bambini come purtroppo accade molto spesso ai suoi colleghi.