Le richieste estorsive ammontavano intorno ai 50 mila euro.
I Militari del G.I.C.O. –articolazione del Nucleo Polizia Tributaria di Campobasso -, hanno tempestivamente posto in essere un accurato monitoraggio di tutti i personaggi coinvolti a vario titolo nella vicenda, avviando accertamenti tecnici, sopralluoghi, appostamenti e pedinamenti. Pian piano, i Finanzieri hanno focalizzato i ruoli dei due soggetti, che peraltro avevano ideato e realizzato un preciso “copione operativo”: uno di essi aveva il compito di curare i contatti con la vittima, mentre l’altro costituiva una sorta di braccio armato, pronto ad intervenire con la minaccia e l’esecuzione di gravi ritorsioni, nel caso in cui le richieste estorsive non fossero state accolte.
Parte integrante della regia criminale, anche la realizzazione di un’apposita atmosfera condita di ansia, paura (millantando amicizie criminali con clan campani), finalizzata a condizionare e piegare ulteriormente l’imprenditore termolese. Un braccio armato decisamente operativo e pronto a colpire, atteso che le indagini hanno anche riscontrato la disponibilità di armi e munizioni. Ed addirittura, la persona destinata alle pubbliche relazioni con la vittima, aveva altresì ideato un astuto modus operandi finalizzato a giustificare i contatti e la presenza presso la sede imprenditoriale della vittima: in qualche occasione, egli infatti si è presentato con proposte commerciali, recando anche in dono mozzarelle e prodotti tipici similari.
Un disegno criminale curato in ogni dettaglio, ma prontamente smantellato da una scrupolosa ed intensa attività investigativa, immediatamente relazionata al Pubblico Ministero inquirente. A seguire, sulla scorta dei gravi elementi probatori raccolti, la competente Procura di Larino ha richiesto al G.I.P. l’emissione di apposite ordinanze di custodia cautelare in carcere, che i Finanzieri del G.I.C.O. hanno eseguito nelle ultime ore. M.V., classe 1972, residente nel Basso Molise, è stato arrestato ed associato alle Carceri di Larino. Per F.A., classe 1960, bloccato dai Militari in provincia di Caserta, veniva invece disposto il trasferimento presso la Casa Circondariale di Campobasso. Contestuali agli arresti, numerose perquisizioni sia in Molise che in Campania. Le attività investigative proseguiranno a ritmi serrati e non si escludono sviluppi di più ampia portata nel breve/medio termine.