Isola di San Nicola (Foto C.L.Smoke)
Isola di San Nicola (Foto C.L.Smoke)
ISOLE TREMITI _  “Piatto ricco, mi ci ficco”. Sotto tale aspetto si potrebbe sintetizzare il senso del fracasso assordante inteso probabilmente a celare uno scopo recondito  dei nuovi aspiranti alla poltrona vacante di primo cittadino del Comune Isole Tremiti. Ma alla fin fine, gli esagitati giocatori sono tutti alla pari: al frastuono del clamore mediatico nessuno resta escluso. Per questo propenderei – come ribadisco da tempo – verso una condotta capace di dedicare un rispetto maggiore alle ponderate conclusioni, soprattutto agli atti,  delle personalità molto meno chiassose ma certo più riflessive, ragionevoli e concrete.

 Mi permetto di sottolineare quanto sopra proprio perché  l’indignazione per l’atteggiamento folle di chi distribuisce generosi permessi all’avida mira delle società petrolifere rimane tanto scontata da rasentare l’ovvietà. E poi sappiamo troppo bene che starnazzare sulla pubblica piazza raramente produce benefici sensibili e duraturi: è solo un momento che (l’esperienza insegna) avrà vita breve quanto la freschezza delle rose. Lo spazio d’un mattino.

Nonostante la consapevolezza ragionevole che talvolta le scommesse si possano anche perdere, sarei disposto a mettere in gioco una decisa puntata sulla serena previsione che alla resa dei conti finale nessuna ricerca petrolifera si concretizzerà di fatto nelle vicinanze dei lidi molisani o abruzzesi come pure nell’area marina prospiciente le nostre Isole Tremiti.

Francamente, mi turba molto più il sospetto per quella “manovra strisciante” orientata a  legalizzare su San Domino la creazione di un esecrabile “Orto dell’Inferno” governato dall’invasione del cemento. E neppure andrebbe posta in piano secondario la questione scellerata dei veleni affondati nel mare, che pur minacciando sempre più la nostra salute restano tuttavia nascosti da un inqualificabile aspetto di vergognosa e silente indifferenza.

Per i suddetti motivi – e non soltanto – mi trova pienamente concorde la posizione di Enzo Rizzi, presidente del Centro Studi Naturalistici foggiano, che ha già preannunciato pubblicamente l’assenza dell’istituto da lui stesso rappresentato dalla pubblica protesta contro le trivellazioni marine intorno alle Isole Tremiti, programmata per sabato prossimo a Termoli.

“Siamo contro le trivellazioni – si legge nel testo ufficiale del recente comunicato stampa diffuso dal suddetto Centro Studi – però siamo anche contro operazioni strumentali mese in atto da taluni personaggi che negli ultimi anni hanno solamente pensato a distruggere il nostro paesaggio. Ecco perchè noi non parteciperemo alla manifestazione molisana. Non mi sembra opportuno prendere parte ad una manifestazione organizzata da un comitato che annovera al suo interno persone che hanno grandi responsabilità sul saccheggio del Gargano. Gente che per anni ha difeso l’operato dell’allora presidente del Parco Nazionale del Gargano Gatta sulle costruzioni di ecomostri sulle coste settentrionali del promontorio. Gente che non ha mai preso una posizione ben precisa contro la pesca a strascico, che favorisce l’eolico off shore, che si serve di queste problematiche per fare campagna elettorale o cerca di tornare sulla scia politica. Per noi del Centro Studi Naturalistici è più importante trovare un minimo comune denominatore sulla tutela reale dell’ambiente. Ecco perchè non ci saremo a Termoli, pur condannando a pieno il provvedimento del Ministro dell’Ambiente”.

Il comunicato suddetto, che sembra dare ragione alle motivazioni da me indotte nel recente articolo pubblicato sui questo stesso sito, si allinea inoltre all’indignazione di parecchi residenti delle Isole, affranti da tanto esibizionismo privo di solido supporto etico. Come scrivevo, “i cosiddetti politici delle Isole Tremiti si fanno belli alla luce dello scandalo ambientale.

Infatti molti personaggi che fanno splendida mostra di sé in prima linea, sono proprio i più generosi consumatori di carburante, in quanto possessori di vari mezzi motorizzati terrestri e marini, utilizzati personalmente o concessi in uso a terzi senza riguardo per molte regole fondamentali per il rispetto della salute, della pulizia, del clima.

Appare problematico negare come il progressivo inquinamento ambientale non sia conseguenza della suddetta pratica fin troppo disinvolta.

Dobbiamo dire basta, dare finalmente voce all’indignazione nostra e dei più dignitosi abitanti dell’arcipelago. Ci troviamo affranti da profonda disperazione conseguente allo spettacolo degli effetti deleteri dovuti a desolante oltraggio sistematico nei confronti delle più elementari regole di autocontrollo da parte dei cittadini più spregiudicati. Gli stessi che nel considerarsi padroni non individuano il probabile rischio di aprire le porte a un dilagare di eventuali sistemi ladroni.

Si blocchino tassativamente le folli perforazioni dei fondali marini, ma nel medesimo contesto si abbattano anche gli sconsiderati sprechi di carburante.

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