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CAMPOBASSO – I dati ultimi forniti dall’ ISTAT qualche giorno fa, confermano le preoccupazioni più volte espresse dalla CGIL sull’impoverimento del Molise e sui rischi concreti di desertificazione strutturale dell’intera Regione. Complessivament e si allarga la forbice tra le eco nomie del nord e quella del sud , n on è certo una scoperta dell’ultima ora, ma gli ultimi dati confermano che : nel 2013, secondo il Report ISTAT sui conti economici territoriali, il PIL per abitante risulta pari a 33,5 mil a euro nel Nord – ovest, a 31,4 mila euro nel Nord – est e a 29,4 mila euro nel Centro. Il Mezzogiorno, con un livello di Pil pro capite di 17,2 mila euro, “presenta un differenziale negativo molto ampio. Il suo livello è inferiore del 45,8% a quello del Centr o – Nord”, quindi praticamente dimezzato. A seguire , la spesa per consumi finali delle famiglie a prezzi correnti nel 2013 risulta pari a 18,3 mila euro per abitante nel Centro – Nord e a 12,5 mila euro nel Mezzogiorno. Tali dati preoccupano e non poco la C GIL Molise e si sommano a quelli forniti dallo Svimez che puntualizza come negli anni di crisi 2007 – 2012 la caduta del potere d’acquisto delle famiglie italiane è stata di circa il 9%, pari a 1.664 euro per ogni cittadino, ma è stata più forte al Sud.

A causa della mancanza di lavoro, ma anche di un sistema di welfare che penalizza il Mezzogiorno, nel periodo 2007 – 2012 la caduta dei redditi ha colpito soprattutto i giovani e il Sud: nelle famiglie con un capofamiglia under 35 e un tasso di occupazione inf eriore al 50% (dove lavora cioè meno di una persona su due) i redditi sono scesi al Sud del 24,8%, mentre al Nord sono cresciuti dell’1,7%.

Il calo dell’occupazione registra tra il 2011 e il 2013 un meno 8% per il Molise, a conferma dell’enorme difficolt à di tutto il tessuto produttivo regionale e della crisi industriale che ha colpito la nostra Regione. Altra Piaga , risulta essere il Lavoro Nero, Secondo l’ultimo aggiornamento sugli indicatori delle politiche di sviluppo, al top delle regioni con il pi ù alto rapporto di unità di lavoro irregolari sul totale c’è la Calabria, con una percentuale pari al 30,9%, seguita al secondo posto dal Molise, con il 25% . Le tante crisi aziendali ed industriali tra cui la filiera avicola, dello zucchero, del tessile, il settore dell’edilizia, del commercio e dei servizi unitamente alle tante altre vertenze di aziende medio piccole, confermano il momento negativo e l’enorme rischio occupazionale e sociale in cui siamo. La CGIL del Molise, ribadisce la necessità che il tema lavoro torni ad essere centrale nel dibattito politico e che sulle vertenze aperte ci siano risposte immediate, pronti comunque a riprendere una nuova fase di mobilitazione a tutti i livelli.