“ Faccio i miei complimenti alle altre testate online presenti a Termoli per la solidarietà dimostrata al giornalista Michele Mignogna. Davvero complimenti a mynews e termolionline. Certo i loro giornalisti non corrono lo stesso rischio!”
Non nascondo la mia indignazione nel leggere il commento e per “deformazione professionale“ faccio dei semplici controlli per risalire all’IP (ndr: Internet Protocol address, nascosto per privacy nella maggior parte dei forum – ad esempio sulla nostra testata è sempre stato riservato- ma visibile in chiaro su tutti i commenti pubblicati dal giornale online locale) del nostro anonimo/a «interlocutore», e scopro che si tratta di un commento inviato dalla nuova sede di Termoli in via Asia della Confederazione generale italiana Lavoro del Molise, aprioristicamente schierata ad una certa tipologia d’informazione. Quindi la mia risposta a tale provocazione non si fa attendere e di getto rispondo al commento dell’ ex anonimo interlocutore:
[…]Prima di offendere “strumentalmente” altri giornalisti che quotidianamente lavorano per «passione» del loro lavoro in questa regione, si faccia un esame di coscienza e provi a mettere in gioco la sua persona, perché le confido per quanto riguarda myNews la direttrice di minacce di “morte” ne avute.
Non ultima ricevuta tramite sms e tanto di numero in chiaro, regolarmente denunciato e poi – “non se ne conosce il motivo”- archiviato e senza un cenno di “Solidarietà”.
La solidarietà va senz’altro a tutti coloro che lavorano e si adoperano ogni giorno per salvaguardare quel minimo di legalità, anche non condividendo – personalmente- l’uso quotidiano del sensazionalismo o della spettacolarizzazione dell’informazione, con il solo risultato di portare la nostra regione in testa al Malaffare.[..]
Purtroppo oggi c’è emergenza nell’informazione: quella dei giornalisti nel mirino della criminalità e non da meno l’uso scellerato della querela e dei risarcimenti come atti d’intimidazione, per azzittire, imbavagliare ed evitare le inchieste in quelle zone dove le mafie, la politica e l’economia si intrecciano.
La Solidarietà da parte nostra va a tutti i giornalisti e a chiunque è alla ricerca della legalità e soprattutto della Verità (ad esempio le forze dell’ordine e la Magistratura lo fanno tutti i santi giorni, nonostante le minacce provengano da ogni fronte, e non mi sembra si riempiano i giornali di comunicati stampa di solidarietà) che lavorano nel silenzio.
Sì anche la solidarietà “lavora nel silenzio” e non va strumentalizzata per attaccare chi non crede ad un certo tipo d’informazione e sottolineo di nuovo, per il nostro detrattore: che l’unico sentimento che ci spinge ogni giorno ad andare avanti è la «Passione» per questo lavoro.