Il numero degli incidenti sul lavoro in Molise, nei primi 4 mesi del 2022, ha registrato un più 57% rispetto allo stesso periodo del 2021

CAMPOBASSO – La crescita economica iniziata nel 2021 e proseguita a inizio 2022, con un consequenziale aumento dell’occupazione, non accompagnata da una crescita delle tutele sui luoghi di lavoro, ha fatto risalire immediatamente in numero degli infortuni sul lavoro.

I numeri forniti dall’Inail sugli infortuni sono un dramma, non ci sono altre parole per definire il fenomeno. Un dramma di tre morti al giorno nei luoghi di lavoro conferma che siamo un Paese deturpato nei suoi valori fondamentali. 

Dobbiamo fare tutti di più. Governo, sindacato e imprese devono dar vita a una nuova strategia nazionale: più controlli e investimenti, prevenzione e formazione per azzerare le morti sul lavoro.

Purtroppo il rapporto annuale dell’INAIL non contiene rilevanti risultati positivi nella lotta sugli infortuni mortali e gravi e le malattie professionali pur a fronte di un significativo potenziamento degli interventi di contrasto. 

Bisogna fare molto di più per la tutela della salute e della sicurezza. Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’INAIL tra gennaio e agosto sono state 484.561 (+38,7% rispetto allo stesso periodo del 2021), 677 delle quali con esito mortale (-12,3%). In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 39.367 (+7,9%).

Il numero degli incidenti sul lavoro in Molise, nei primi 4 mesi del 2022, ha registrato un più 57% rispetto allo stesso periodo del 2021. 

L’aumento vertiginoso supera la media italiana. Dei 1.150 infortuni denunciati nei primi mesi dell’anno (432 in più del 2021), 808 sono avvenuti in provincia di Campobasso (+55%) e 342 in quella di Isernia (+73%). 

A incidere notevolmente sul numero degli infortuni è anche il sempre maggiore ricorso al lavoro precario (l’80% dei nuovi contratti di lavoro è a termine). 

Precarietà che spesso significa scarsa conoscenza della professione, formazione assente ed elevata ricattabilità di chi rischia di non vedersi rinnovato il contratto nel caso denunci problemi di sicurezza. 

Improrogabili quindi investimenti in sicurezza. È necessario lavorare sulla cultura della sicurezza, organizzando una formazione continua che parta dai percorsi scolastici. Così come non è più rinviabile il potenziamento degli enti preposti ai controlli che non possono arrivare sempre e solo quando è ormai troppo tardi. 

Una comunità si misura soprattutto sul lavoro, sicuro, stabile e retribuito in maniera adeguata, che deve essere lo strumento di crescita del sistema Paese e di una Regione. Va invertita la tendenza che continua a scaricare su lavoratrici e lavoratori i costi sociali di scelte che non vengono fatte.

Visto il numero degli infortuni, è necessario interrogarsi se stiamo facendo realmente tutto il necessario per arrestare il fenomeno. La Regione ha convocato regolarmente e fatto operare il Comitato di coordinamento per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro previsto dall’art.7 del decreto legislativo n. 81 del 9 aprile 2008.

Infatti, questo articolo del Decreto Legge prevede direttive specifiche riguardanti lo sviluppo dei piani di attività e progetti operativi in materia di salute e sicurezza sul lavoro; svolgere funzioni d’indirizzo e programmazione delle attività di vigilanza e di prevenzione e promuovere attività di formazione, informazione, comunicazione, assistenza in coordina-mento tra le diverse istituzioni; raccogliere e analizzare le informazioni relative agli eventi dannosi e ai rischi, fornendo suggerimenti operativi e tecnici atti a ridurre il fenomeno infortunistico e delle malattie da lavoro; valorizzare gli accordi aziendali e territoriali che promuovano l’adozione, da parte di datori di lavoro, lavoratori e tutti i soggetti interessati, di comportamenti volti a migliorare i livelli di tutela della salute e della sicurezza; monitorare e valutare le attività svolte dall’ufficio operativo e dagli organismi provinciali per verificare il raggiungimento degli obiettivi.

Questo è un dramma che non conosce confini, una strage quotidiana che bisogna assolutamente fermare come più volte ha indicato anche il nostro Presidente della Repubblica Mattarella. 

La sicurezza non deve essere considerata un costo ma un investimento.

La vita delle persone deve venire prima di ogni logica di profitto per queste ragioni CGIL, CISL e UIL stanno attivando una settimana di sensibilizzazione con diverse iniziative dal 17 al 21 ottobre che si concluderà il 22 ottobre con una manifestazione a Roma. 

Il Coordinatore AST Molise (CISL)
Antonio D’Alessandro

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