Riflessioni di un termolese, napoletano e milanese.
TERMOLI – Una persona che ha trascorso la fanciullezza a Termoli, la gioventù a Napoli e ora, nella terza età, risiede a Milano, non può non avere un’idea più ampia di quello che oggi avviene anche nelle altre città d’Italia. Le prime due hanno molti punti in comune. Specialmente negli ultimi tempi nei quali, dalle cronache, risultano fra le più inquinate. A Termoli, quella che in italiano si definisce “immondizia”, si chiama “mennézze”, a Napoli “monnezza” e a Milano “ruviera”. Ma sono sempre la stessa cosa: residui tossici che inquinano e devono essere smaltiti! Le città si organizzano per dare ai cittadini questo servizio nel migliore dei modi. A Milano la tassa è molto pesante. La “differenziata” comporta un impegno anche culturale oltre che un’attenzione notevole.
E allora, vi chiederete: cosa c’entra tutto questo con la definizione di “Terra dei…Cuochi?”.
Il problema sta nel fatto che la “spazzatura”, la “monnezza” e la “ruviera” ce le… mangiamo tutti i giorni: la verdura cresce nei campi ormai intrisi di residui tossici e le bestie, TUTTE, la mangiano; le nostre periferie sono colme di rifiuti che vengono bruciati alla luce del sole; il mare è devastato dai residui delle petroliere. Tutto questo ha portato all’aumento delle morti per tumore con percentuali molto preoccupanti. La carne, la verdura, il pesce e anche il pane sono diventati “pericolosi”, cancerogeni!
Ci stiamo…suicidando, e non ce ne accorgiamo!
Le trivelle, che ultimamente hanno deciso di fermarsi, riprenderanno ben presto a perforare al largo della Isole Tremiti. Finiremo per bercelo…il petrolio! Le Associazioni stanno correndo ai ripari. Il Comitato Acque Bene Comune Termoli, il Coordinamento Trivelle Zero Molise e altre hanno organizzato per il 20 febbraio una manifestazione contro la devastazione e il saccheggio del territorio al grido di “ribelliamoci e indigniamoci per dire BASTA !”.
Le nostre acque soffrono di un’agonia che ci deve fare paura, ci deve preoccupare. Fra qualche tempo la “zuppa di pesce” ce la possiamo solo sognare, le “lasagne alla bolognese” diventeranno un miraggio, la “costata alla fiorentina” un ricordo.
Anche le nostre spiagge sono in pericolo. L’assessore regionale Pierpaolo Nagni si è fatto portatore di una richiesta di proroga di 30 anni per il rinnovo delle concessioni degli stabilimenti e nuove gare d’asta per le nuove autorizzazioni dei balneatori.
Nella riunione del Sib Abruzzo, Riccardo Padovano, ha invitato il Molise il 17 febbraio a Roma per “fare squadra” con la macro-regione di Abruzzo, Emilia Romagna e Marche. Ha parlato di investimento di tipo morale più che economico. “Abbiamo trasformato dei semplici capanni in aziende turistiche!”. Sottolinea con voce accorata!
In tutto questo marasma, il Comune di Termoli è impegnato in decisioni abbastanza gravose: Tunnel e Villa Comunale con parcheggi, “Pidocchietto”, e doppio binario, tolgono il sonno al sindaco Sbrocca. Ma non si riesce a nominare i quattro membri per indire il referendum. La Ditta De Francesco Costruzioni – che ha già operato a Termoli rifacendo il Corso Nazionale e la ciclabile – si è aggiudicata i lavori relativi ai primi due interventi..
Come possiamo evitare che questa catastrofe alimentare ci distrugga annullando secoli di storia e di cultura alimentare? Io non ho la formula risolutiva. Neanche Einstein saprebbe rispondere ad una domanda simile.
Posso dire solo che LA SOLUZIONE È DENTRO DI NOI CHE SIAMO GLI ATTORI DI QUESTA “TRAGEDIA ALIMENTARE”.
La risposta, in questo momento, è quella di partecipare, partecipare, partecipare! E non far finta che i problemi non si possano risolvere. Oltre che con la mente bisogna partecipare anche col cuore!!!
È un problema culturale il fatto che la TERRA DEI…CUOCHI NON SI TRASFORMI, DEFINITIVAMENTE, IN QUELLA DEI… FUOCHI!!!