AGNONE _ Mi rivolgo agli amministratori e agli operatori turistici di Agnone per intervenire in merito alla vicenda della introduzione della imposta di soggiorno da parte del Comune. Voglio condividere con loro le osservazioni che m’inducono – lo dico subito con chiarezza – a manifestare la mia contrarietà all’iniziativa. Non si tratta di una contrarietà ideologica: da diversi anni si discute in Italia della opportunità o meno di reintrodurre una tassa a carico dei visitatori che alloggiano nelle strutture ricettive. Chi ne sostiene l’introduzione argomenta la propria tesi con l’esiguità delle risorse a sostegno del settore turistico, mentre i suoi oppositori – gli operatori per primi, chiamati ad assolvere all’insolito ruolo di esattori – considerano l’imposta una sorta di odiosa gabella, percepita dal turista come una penalità da pagare.
Non entro nel merito della questione, ma ritengo che l’introduzione di un’imposta di soggiorno, analogamente alla classificazione delle strutture ricettive, dovrebbe rientrare nell’ambito di una definizione generale del funzionamento del turismo in Italia, che scongiuri l’assoluta disomogeneità e difformità dagli standard che troppo spesso connotano i diversi contesti territoriali. Purtroppo, però, con l’attribuzione esclusiva alle Regioni della competenza in materia di turismo, in Italia è negata di fatto la possibilità di prevedere interventi unitari, come dimostra il recente annullamento da parte della Corte Costituzionale delle disposizioni contenute nel Codice emanato dal Dipartimento del Turismo nel tentativo di armonizzare il sistema di classificazione alberghiera. In assenza di regole unitarie, dunque, ognuno fa per sé, a discapito del buon senso e fuori da ogni logica di sistema. Basterebbe già solo questo motivo per essere contrari alla introduzione dell’imposta di soggiorno, ad Agnone come altrove.
Ma ci sono motivi ulteriori. Sappiamo tutti che il Molise non è sufficientemente conosciuto al di fuori dei propri confini e da tre anni come Provincia stiamo attuando un progetto in grado di aprire canali di commercializzazione, intercettando la domanda turistica attraverso incentivi a gruppi di visitatori che scelgono la provincia di Isernia come destinazione di viaggio. Non è concepibile, quindi, dare con una mano (quella della Provincia) e prendere con l’altra (quella del Comune): oltre a dare al visitatore la sensazione di essere stato raggirato, allettandolo con un incentivo per poi esigerne la restituzione sotto forma di tassa, incorriamo ancora una volta nell’errore di sempre, quello, cioè, di muoverci sul turismo in modo scomposto, con azioni scoordinate che vanno in opposte direzioni, vanificandone l’efficacia. Questa mancanza di unità d’intenti c’impedisce anche di perseguire un obiettivo ben più importante: quello di mettere insieme tutti gli elementi chiamati a comporre una valida offerta turistica, implementando i servizi e migliorandone la qualità, attuando oculate politiche dei prezzi, sostenendo gli eventi culturali, prevedendo interventi di valorizzazione e di commercializzazioni delle produzioni tipiche.
Il progetto è necessariamente complesso, perché complesso è il sistema turistico per sua definizione, e quindi comporta il coinvolgimento convinto e la collaborazione fattiva di tutti gli operatori economici. È altrettanto necessario, però, che la parte politica abbia nei loro confronti un atteggiamento di ascolto attento, la capacità di dialogare con essi e con essi condividere obiettivi e strategie: sono i primi attori della crescita turistica, alla loro professionalità è affidata l’accoglienza dei visitatori e, in questo momento di grave crisi economica, vedono crescere enormemente il rischio d’impresa connesso alle loro attività. Non credo, quindi, sial il momento di sperimentare interventi azzardati, i cui effetti potrebbero rivelarsi compromettenti rispetto a una condizione già di per sé delicata e precaria. Al contrario, è il momento di rimarcare la vicinanza partecipe delle istituzioni agli operatori economici, per consolidare e rafforzare i risultati raggiunti insieme e rilanciarne con forza l’efficacia. In tre anni di lavoro assiduo ho avuto modo di operare fianco a fianco con gli operatori, in un rapporto stretto di collaborazione che si è sempre rivelato proficuo per entrambi, mosso dalla convinzione che nessun risultato potremmo ottenere se non con un’assoluta compattezza intorno alle scelte che interessano il territorio.
Solo una visione unitaria e condivisa, negli obiettivi e nelle strategie, da praticare prima di tutto tra livelli istituzionali, ci può consentire il superamento delle tante difficoltà che gravano sulle prospettive di crescita del settore, compresa l’esiguità delle risorse economiche. Alla luce di queste considerazioni, agli amministratori e agli operatori turistici di Agnone rivolgo un caldo invito a incontrarci ancora, per parlare con serenità e con completezza delle questioni che riguardano il turismo, tante e tutte ugualmente importanti. Certo, è fondamentale individuare le fonti di finanziamento da destinare agli investimenti complessivi nel settore e non credo che che gl’introiti derivanti dall’imposizione di una tassa di soggiorno, facilmente desumibili dai dati sulle presenze turistiche, avrebbero effetti risolutivi sulle casse comunali. Il problema, come detto, è più ampio e non è possibile eluderne la complessità con soluzioni semplicistiche: le soluzioni efficaci ci sono, ma per individuarle e metterle in pratica è fondamentale, prima ancora che operare delle scelte, l’adozione di un metodo di lavoro.
L’Assessore Provinciale al Turismo (Avv. Florindo Di Lucente)