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TERMOLI _ Ieri è stato il giorno dell’arrivederci. Le reliquie di San Pietro Celestino sono ormai per la volta della Diocesi di Campobasso-Bojano, seconda tappa dell’itinerario che lo vedrà ospite nelle diocesi molisane, in occasione dell’anno celestiniano indetto per l’ottocentesimo della sua nascita. Alla Diocesi di Termoli-Larino il ruolo di apripista in un percorso che ha visto avvicendarsi, in questo mese di marzo, decine e decine di eventi. Dall’incontro dedicato ai martiri missionari al concerto dell’orchestra molisana, fino alle molteplici presentazioni degli studi su San Pietro Celestino e su Mons. Ravagli. Le visite ed i pellegrinaggi delle zone pastorali e dei fedeli, hanno poi contribuito a rivalorizzare la fede del popolo della diocesi. Tre, forse, i momenti più intensi che hanno visto sgorgare nel delta di Larino, un fiume di fede, ad iniziare, senza dubbio alcuno, dalla Solenne Celebrazione Eucaristica dello scorso 14 marzo.

Teletrasmessa dall’emittente nazionale Rai1 infatti, la Santa Messa è valsa al Vescovo, ai presbiteri ed ai fedeli, i complimenti per l’organizzazione impeccabile. Ringraziamenti a parte vanno al Coro Diocesano che, animata la messa, con il Maestro Paolo Tarantino alla direzione, è riuscito ad entrare nelle case di tutti gli italiani con professionalità singolare ed eccelsa. Le gioiose lacrime di S.E. Mons. Gianfranco De Luca, in occasione della Rassegna dei Cori dello scorso venerdì, non sono poi che una ciliegina su questa gustosa torta, di cui son stati ghiotti i giovani studenti il giorno successivo. Sabato infatti, nello scenario del Cine-Teatro “Risorgimento”, una pienissima sala ha ospitato Ernesto Olivero. Condivisione, testimonianza e scambio di dialoghi sono stati i punti forte di un incontro che, in più occasioni, ha anche visto emozionarsi le stesse “giovani speranze” come l’ospite ha tenuto a definirle.

La strada si apre camminando” ed esortazioni a cambiare gli idoli costruiti dai mass media, nella verità della Parola di Dio, sono stati i punti di massima espressione di una testimonianza che è valsa la pena ascoltare. “La presenza di San Pietro Celestino in questo tempo di Quaresima -afferma S.E. Mons. Gianfranco De Luca- è stato un vero e proprio dono per tutto il popolo della Diocesi, capace di lasciarci immergere nella Pasqua di Risurrezione, alla luce di un testimone che, nella vita, è stato alla costante ricerca di Dio facendo scelte spesso difficili che lo hanno anche portato a preferire l’umiltà, l’elemosina e la vicinanza al popolo, al Papato. L’invito, alle porte della Pasqua, è quello di riuscire a tenere saldi i sentimenti di amore ed unione tra tutti. Essere uniti è comunione e comunione è vicinanza a Dio. La forte spiritualità di questo mese può solo essere compagna di viaggio verso la santità”.

Giovanni Perilli