Lo sono ancora adesso e nulla può ridurli di importanza o denunciarne l’archiviazione. Con il Governo stiamo costruendo, e non mi pare che l’obiettivo finale sia così distante, il riconoscimento dello stato di crisi per il nostro sistema produttivo ed economico regionale. Prova ne sono le riunioni, le audizioni, i documenti prodotti, nonché l’attenzione e la vicinanza che prima il presidente della Commissione attività produttive della Camera, l’onorevole Gugliemo Epifani, e poi il viceministro dello sviluppo economico, Claudio De Vincenti, ci hanno garantito. Anche tu sei stato protagonista, con noi, di tutto questo lavoro. Sulla sanità, la partita che più ci impegna, stiamo conducendo una battaglia difficile. Il commissariamento, la soluzione che i detrattori di Frattura auspicano, decreterebbe l’impossibilità di qualsiasi ruolo propositivo da parte nostra, e questo, grazie al nostro impegno e al confronto continuo, non mi sembra sia l’indirizzo del Governo Renzi.
Avremmo potuto esprimerci negativamente sul decreto Balduzzi e chiedere la deroga Molise se fossimo stati come la Basilicata, ossia una regione virtuosa che a proprie spese incrementa i costi per l’attivazione di specialità. La richiesta di deroga si potrà fare solo quando avremo dimostrato la qualità della nostra offerta sanitaria con i conti in ordine. Come da mandato del Consiglio regionale, a Renzi abbiamo già scritto e siamo certi che avrà nei confronti del Molise l’attenzione che noi ci aspettiamo. Non bastano i tagli, non ho nessun dubbio a riguardo, non possiamo far finta che sia possibile fare tutto ovunque. Serve profonda innovazione, il mantenimento dei livelli assistenziali può passare solo per la riduzione degli sprechi grazie a un’offerta appropriata e a una risposta efficiente.
Chi mai potrebbe non essere d’accordo non solo a mantenere in vita l’esistente ma anche a potenziare alcune discipline? È pretestuoso sostenere il Dea di II livello quando ciò che dobbiamo assicurare ai cittadini è mantenere e qualificare quello che oggi è già offerto dalla nostra rete ospedaliera regionale. Noi stiamo difendendo le specialità già attive al Cardarelli. Come? Facendo del principale ospedale regionale il punto centrale di una rete che impegna e raccorda tutte le diverse competenze degli altri centri ospedalieri. In questo senso leggiamo la tua proposta e la rilanciamo con l’idea di creare un’azienda di “committenza” territoriale che includa tutto il territorio regionale e un’azienda di “produzione” integrata ospedaliero-universitaria, sede dei corsi di laurea di medicina e delle professioni sanitarie con i reparti clinicizzati così da garantire il percorso didattico agli studenti e con esso le specialità propedeutiche alla formazione clinica dell’ordinamento dei corsi di laurea.
Sul rapporto tra offerta pubblica e offerta privata convenzionata del sistema sanitario regionale è giusto stabilire qual è il contributo che serve al servizio regionale da parte dei privati e pretendere che le diverse strutture accreditate contribuiscano con qualità a quanto pianificato dalla Regione. La Regione controlla sia per quanto riguarda i volumi, sia per quanto riguarda la qualità delle prestazioni. Questa, la regola. Avere un sistema migliore significa renderlo anche sostenibile. Allora riqualificare vuol dire potenziare i servizi che rappresentano eccellenze e fare una battaglia per avere lo sblocco del turnover portando al tavolo tecnico la richiesta di deroghe per i concorsi così da superare anche il precariato. Sul bilancio regionale 2015 mi pare giusto ricordare che lo slittamento dell’approvazione non deriva da una nostra imperizia, ma dalla soluzione che con il Governo stiamo cercando per spalmare in un arco temporale almeno decennale il disavanzo di più di 60 milioni di euro scaturito dalla gestione Iorio. Certi danni del passato continuano a pesare ancora adesso.
Quanto alla tua proposta di convocare assemblee tematiche per rilanciare il sistema Molise, siamo pronti da subito. Per fare, però, questo non servono i singoli protagonismi, ma collegialità. A Roma ci sei tu, come ci sono Danilo Leva e Laura Venittelli, come c’è il senatore del Nuovo centrodestra, Ulisse Di Giacomo. Siete, tutti, ognuno con il suo ruolo e il suo partito, il nostro presidio di difesa. Allora chiariamoci su un punto: vogliamo essere squadra, unita e convinta, nel bene del Molise e dei molisani?
Troppo semplice fermarsi di fronte alle prime difficoltà e battute d’arresto, o, peggio ancora, prendere le distanze e scaricarci colpe a vicenda. La mia posizione e la mia convinzione le conosci bene. Non cambio idea nemmeno di fronte a pubbliche accuse, suggerimenti e minacce di allontanamento da parte di chi non lavora per il bene comune. Gli ultimatum, caro Roberto, lasciali a chi non ha voglia di fare e costruire con serietà. Devo risposte ai molisani che mi hanno eletto presidente della Regione, ruolo per il quale mi assumo tutte le responsabilità, mie e degli altri. Il giudizio ultimo lo lascio a loro, a fine mandato. Così vado, andiamo avanti, senza paure e fughe in avanti. In nome dell’ottimismo anche a te tanto caro.
Paolo