“L’eutanasia del movimento operaio ha disperso la memoria di cosa è stato il dialogo con il mondo cattolico”.
BertinottiTERMOLI – L’ex segretario di Rifondazione comunista Fausto Bertinottiun altro folgorato sulla via di Damasco – in un’intervista al Corriere della Sera – parla dei suoi rapporti con il mondo di Comunione e liberazione dopo aver partecipato alla manifestazione di agosto scorso.

Ha usato la parola fatidica “eutanasia”. Che cosa significa propriamente? Non la “bella morte” ma la “buona morte”, che è cosa diversa. La “bella morte”, il “kalos thanatos”, fa parte dell’ ideale eroico dei greci – a una morte “bella” aspira Achille – per compensare una vita troppo breve. E quando Priamo si accorge che suo figlio Ettore sta per essere ucciso, esclamerà: per il giovane guerriero che cade sul campo di battaglia, tutto è bello! Ma che ne sarà di me che sono vecchio? Il fatto è che la bella morte è da giovani, la buona morte è da vecchi.

La “euthanasia” prevede una fine non gloriosa ma serena, senza dolori, come è quella a cui aspira Fausto Bertinotti munito dei conforti e degli agi derivanti da lauti vitalizi (scorta compresa), dopo aver assistito e preparato, da buon medico, la “eutanasia” del movimento operaio.

I tanti giovani, senza futuro, fiaccati da una crisi economica basata su precarizzazione e svalorizzazione della loro esistenza saranno compensati da pensioni di fame, ma in cambio avranno di cui rallegrarsi per una ‘morte bella’.


“C’è chi fa parte del problema, chi della soluzione e chi del paesaggio.” (Ronin).
Bertinotti fa parte del paesaggio beffardo e inconcludente.

Liberato Manzo

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